da New York
Floyd Landis, il ciclista statunitense scoperto positivo al testosterone dopo aver vinto il Tour de France e dunque spogliato della maglia gialla, parte allattacco e, in unintervista concessa a Usa Today, replicata poi attaverso dichiarazioni alle principali emittenti televisive degli Stati Uniti (Cbs, Abc e Nbc), ne ha per tutti: dagli organizzatori del Tour alla Federazione internazionale fino ai giornalisti del settore. Sentitelo.
«Tanto per cominciare - attacca - ho scoperto che i risultati delle controanalisi erano positivi leggendo i giornali. Non ho avuto il tempo di preparare la difesa e lUci dunque ha calpestato i miei diritti fondamentali. Trattamento speciale, quello riservato a me: so che per Justin Gatlin, il velocista dellatletica che ha avuto accuse uguali a quelle levate contro di me, indagini e analisi sono state tenute segrete per tre mesi. Il presidente dellUnione ciclistica internazionale, Pat McQuaid, ha detto che non ci sono state fughe di notizie, frase che si commenta da sola».
Landis se la prende anche con i giornalisti: «Per replicare alle mie argomentazioni scrivono che Floyd inventa una scusa nuova ed è in queste situazioni che io mi devo difendere. Tutto perché lUci e la stessa Wada, lente che si occupa della guerra al doping, non seguono le regole che loro stesse si sono date: come ho detto, dei risultati delle controanalisi sono stato informato attraverso i giornali. Persecuzione nei miei confronti? Non credo, parlerei piuttosto di preconcetto».
E ancora: «A gente che sa di ciclismo e di doping voglio ricordare che questanno ho fatto più di 20mila chilometri per prepararmi al Tour, ho vinto il giro della California, la Parigi-Nizza e il giro della Georgia. Durante il Tour sono stato controllato otto volte, quattro prima della tappa di Morzine e tre volte dopo quella giornata. Di questi controlli tre hanno riguardato anche lanalisi del sangue.
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