Massimiliano Scafi
da Roma
Un blocco del torneo? «No, non credo». In campo con le formazioni primavera? «Nemmeno. Anzi, dopo lincontro di mercoledì, ritengo che si siano aperti grossi spiragli. Laccordo adesso è possibile». Mario Landolfi, che laltra mattina ha riunito gli stati generali del calcio per risolvere le grane dei diritti tv e della mutualità, si dichiara molto ottimista. «Certo, lallarme non è rientrato - spiega il ministro delle Comunicazioni - perché i piccoli club minacciano ancora azioni clamorose. Però cè una novità importante. Il presidente della Federcalcio si è impegnato a introdurre un criterio di maggiore equità nel ridistribuire le risorse. La mutualità sarà quindi rivista in un senso più favorevole ai piccoli».
E i diritti tv? Si torna alla contrattazione collettiva?
«La direzione è quella. La legge DAlema, ormai sono tutti daccordo, ha fatto soprattutto guai. Del resto risale al 1999, cioè ad una situazione diventata preistorica, quando a contendersi sul satellite il mercato criptato cerano solo Telepiù e Stream. Adesso oltre a Sky, ci sono lAdsl, il cavo, i diversi soggetti che operano sul digitale terrestre. Servono regole nuove e la politica lha capito. La legge presentata da Andrea Ronchi, che ho firmato anchio, è stata infatti apprezzata praticamente da tutti i partiti».
Tranne Forza Italia.
«Sì, ma il presidente Berlusconi si è detto favorevole alla contrattazione collettiva, e questo mi sembra importante».
Sarà però difficile convincere le cinque grandi, Juve, Inter, Milan, Roma e Lazio, che hanno spuntato i contratti migliori, a tornare indietro...
«Io ritengo che, se non prevarranno nervosismo, ripicche e minacce di azioni clamorose, un accordo si troverà. Le grandi squadre dovranno mettere in bilancio investimenti meno corposi e accettare una qualche redistribuzione, anche con la legge attuale. Il calcio deve tornare ai suoi valori, deve essere uno sport attorno al quale si muovono interessi e affari, non un affare attorno a cui cè un po di sport. Ci daremo da fare per raggiungere questo risultato».
Molti però hanno contestato la sua mediazione. Sky dice che il governo deve restare fuori e lasciare il problema «alla negoziazione tra le parti», Carraro sostiene che deve essere il calcio a stabilire le ripartizioni di soldi.
«E ha ragione, lo sport ha totale autonomia, tocca al calcio redistribuire le risorse. Noi non vogliamo metter bocca su questo, cerchiamo solo di dare una mano».
Come nella trattativa per il contratto dei metalmeccanici?
«Adesso non mischiamo il sacro con il profano. Lì si discute di cento euro di aumento per dei lavoratori, qui si parla di miliardi. Però il senso del nostro intervento è quello di convocare le parti per cercare di avvicinare le posizioni. Del resto, se il sindaco di Roma può occuparsi dellAfrica, il ministro delle Comunicazioni può sicuramente favorire un negoziato sui diritti tv. Stiamo parlando di una cosa che riguarda milioni di cittadini».
Il campionato proseguirà regolarmente?
«Spero, credo di sì. Serve serenità e attenzione.
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