La Lanterna ritrova la sua porta

È un’altra importante tessera del progetto di valorizzazione del parco urbano della Lanterna quella che è stata presentata ieri dal presidente della provincia Alessandro Repetto e dal soprintendente per i Beni Architettonici Giorgio Rossini. Il restauro dell'antica porta, fatta costruire nel 1827 da re Carlo Alberto su progetto del generale del genio militare Agostino Chiodo, segna il completamento del recupero di un'area fortemente simbolica per la storia dei genovesi. Costruita in occasione di una trasformazione delle fortificazioni, era ricavata nel vivo della roccia di Promontorio e aperta con duplice fòrnice verso la città. Per la sua maggior sicurezza in origine era dotata di due ponti levatoi che scorrevano su ruote di bronzo. Smontata nel 1935 per realizzare il collegamento con il ponente cittadino, venne ricostruita contro il muraglione della Lanterna, rivolta verso Sampierdarena, in senso opposto a quello originario. Il restauro, curato dagli architetti Gianni Bozzo e Mauro Moriconi, costato circa 350mila euro, è stato curato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio.«È un manufatto pregevole - ha detto il soprintendente Rossini -. La sua qualità architettonica è indiscussa essendo espressione del neoclassico genovese di cui sono testimonianza in città il Carlo Felice del Barabino e alcune chiese tra cui quella di San Siro». Il parco urbano della Lanterna, realizzato dalla Provincia con il concorso di altri enti interessati al recupero di uno del luoghi simbolo della città, è ultimato.

Resta molto da fare invece per la sua promozione che stenta a decollare nonostante lo splendido panorama sulla città, sul porto e l'emozione della visita del faro e delle fortificazioni, che ospitano il museo della genovesità. In concomitanza con Euroflora, e fino al 14 maggio, il museo ospita una mostra di Gianfranco Sanguineti sui fiori e gli arbusti del Parco del Beigua, visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 19.

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