Letteratura

L'apparenza non inganna ma fa ridere se si mette in posa

Il libro di Elisa Rovesta è un'ironica carrellata di tipi italiani che fanno (o vorrebbero fare) tendenza

L'apparenza non inganna ma fa ridere se si mette in posa

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Il libro Umanistili e Una ballerina sulla luna (NFC edizioni), di Elisa Rovesta, ha come sottotitolo Racconti in cui succede un po' più di niente ma in realtà succedono parecchie cose in questa parata di ritratti a persone, cose, mode e manie linguistiche della contemporaneità.

È un turbinio bizzarro e ironico di descrizioni allo stesso modo impietose e affettuose rivolte a personaggi come il coach col microfonino grazie al quale assurge a supereroe, la coppia muta al tavolo in trattoria - quante se ne vedono al ristorante abbracciate al loro immancabile telefonino? -, il guidatore con serie difficoltà a orientarsi nel mondo, colui - o colei - che fa di tutto per abbassare la tua autostima e tocca le giuste corde emotive per affondarti, i fidanzati che si sono lasciati ma continuano a essere amici perché è giusto così, l'appassionata di brand personalizzati e la sua famigerata consulente d'immagine, gli entusiasti dei cani sui passeggini, le titolari radicalissime e severe di centri estetici all'ultimo grido, il tipo che si è stancato davvero, di tutto e di tutti, e decide di andare al mare in reclusione volontaria, l'artista della nails art che diffonde battagliera ghirigori sulle unghie, l'archetipo del «figo» versione 2.0, i cercatori di facili interiorità spirituali, gli entusiasti della bici, la moda dei calzettoni nello street, i bigodini sulle ciglia e così via.

È un modo, per l'autrice, di guardare alle assurdità della vita attraverso i segnali che popolano, e vanno per la maggiore, nella nostra contemporaneità. Anglismi a iosa: business coaching, shadow coaching, healthy, brand, hashtag, ritrovati assurdi che farebbero impallidire persino i più scafati armocromisti, bellezze estetiche a profusione, importanza di «sentirsi a posto con se stessi» grazie al giusto stile, al vestitino giusto, al profumo che ti può cambiare improvvisamente la vita. Vuoti da riempire, vite piene di inutili suppellettili, merce in esubero, teste piene d'effimero da svuotare. Non fanno male a nessuno, all'apparenza, ma costituiscono quella che poi diventa la nostra società, il nostro Paese.

Nel leggere la carrellata di personaggi così variegati, sembra di visionare un folle oroscopo analizzato dal Theodor W. Adorno di Stelle su misura, sembra di sfogliare una rivista di tendenze e stile, di essere dal parrucchiere per farsi tagliare i capelli e guardare uno di quei settimanali d'intrattenimento. Ma poi ci si accorge che sembra pure di osservare un piccolo report sul «Ciclo di Deming», ossia quel metodo di gestione utilizzato per il controllo e il miglioramento continuo dei processi e dei prodotti. Già, spesso nel libro sembra si possa scambiare il prodotto con la persona, la merce con l'umanità. Reiterare i processi umani per migliorarli e renderli più performanti.

Alla fine, com'è immaginabile, si scopre che il libro racconta di noi, della nostra necessità di apparire, di vedere nei social il fine ultimo, nell'aspetto la chiave per una distratta e superficiale soddisfazione momentanea, la merce come una nuova teleologia, la facciata come difesa per nascondere il nulla e le sue vanità. In Umanistili convivono tranquillamente sia i miti contemporanei che le tipologie di persone incrociate al supermercato o in coda al semaforo. Lo sguardo di Elisa Rovesta, studi in Legge ed esperta di comunicazione per un'azienda finanziaria, è scanzonato, attuale, ma la sua attitudine indagatrice ha a che fare con la nostra società e le sue contraddizioni.

Chiude il libro il romanzo breve Una ballerina sulla luna, nel quale una protagonista in tuta felpata, sempre a un bivio tra il «ci è o ci fa», combattuta tra sogni infranti, desideri irrealizzati, delusioni e rivincite, incontra uno strano personaggio che sovverte le regole. Anche qui il registro ironico ha la meglio, con due personaggi femminili che all'apparenza potrebbero essere usciti dai diari di Bridget Jones o dal post di un'influencer in vena di confessioni. Contemporanei e assurdi, nel loro essere potenzialmente veri, questi due personaggi femminili sembrano parodiare il mito di Narciso in chiave glitter, dove tutto è carino ma in procinto di crollare in una salvifica (forse) resa dei conti.

Umanistili e Una ballerina sulla luna è un libro di storie osservate en plein air; nessuna morale, nessun tentativo di redenzione. È il fermo immagine sul nostro presente: «Ti viene allungato uno specchio, ti guardi e vedi queste ciglia meravigliose curvate in su così tanto da sembrare uno scivolo di Aquafan, ma sei serena, sei tranquilla. Ora tornerai in ufficio e quando dovrai discutere un'arringa in tribunale perché sei un avvocato, o dovrai tenere una riunione con venti persone di cui tu sei il capo, ricordati che cinque minuti prima avevi un bigodino tra le ciglia».

L'autrice racconta di noi, del nostro mondo, e spesso ci capita di riflettere e di rifletterci dentro lo specchio che ha creato con queste storie.

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