Addio autunno, buongiorno inverno. Addio figli in giardino, piscina, altalena, bicicletta. E buongiorno figli spesso in casa, figli che ci sono i compiti e c'è il basket e il nuoto e il calcio e c'è il catechismo e però, grazie a Dio, c'è anche un briciolo di tempo per lo svago pomeridiano. Però che fargli fare? Però qui sorge il dilemma: meglio vedere il ragazzino rincoglionirsi davanti alla play o alla wii o alla X qualcosa dopo aver fortissimamente e ripetutamente richiesto l'accensione del mezzo, o meglio assecondare il suo desiderio fumettaro che non è Topolino e neppure i Puffi ma Diabolik? D'istinto avrei risposto che a 8 anni molto meglio il rincoglionimento. Poi, in occasione del primo colloquio, sono andato a parlare con i prof e mi hanno detto che il ragazzino legge bene, molto bene, è davvero bravo a leggere, si vede che legge tanto ed è portato per la lettura e veramente non ce ne sono tanti come lui a quest'età. Così mi sono impantanato ancor più nel dilemma: meglio una cosa o meglio l'altra?
Senza che il ragazzino se ne accorgesse ho controllato meglio la sua mini libreria: favole a mille ce n'è, lo speciale sui 100 anni del Titanic che s'infratta negli abissi, i costosissimi libri di Geronimo Stilton che il piccolo per venire incontro al bilancio familiare ancora ordina a Babbo Natale e noi lo ringraziamo tanto per questo. Quindi gli Harry Potter semplificati per ragazzi e in versione illustrata. Infine lui. Lui gli occhi di Alain Delon nascosti sotto la maschera nera inventata dalle sorelle Giussani. Lui Diabolik. Lui dentro uno Special colorato di recente uscita.
È stato il colore a darmi l'idea. Una volta era solo biancoenero. Allora ho pensato che la violenza 2.0 contenuta nei nuovi fumetti è più estrema di un tempo perché deve stare al passo con ciò che passano tv e web ogni giorno.
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