Largo al precariato. Soprattutto tra i politici

Quando un’intera classe politica non riesce a fronteggiare una grave crisi perde credito e, alla fine, viene sostituita. Di norma con un governo più deciso e più forte

Largo al precariato. Soprattutto tra i politici

Quando un’intera classe politica non riesce a fronteggiare una grave crisi perde credito e, alla fine, viene sostituita. Di norma con un governo più deciso e più forte. In Francia i deboli governi parlamentari della quarta Repubblica non riuscivano ad affrontare la grave crisi dell’Algeria. Allora è stato richiamato il generale De Gaulle che ha modificato la costituzione in senso presidenziale e l’ha risolta. In Italia l’attuale crisi economica ha provocato sfiducia nella classe politica che non riusciva a gestirla. Alla fine è intervenuto il presidente della Repubblica che, con l’accordo dei leader dei tre grandi partiti, ha portato al potere il governo Monti. Il parlamento lo ha votato, ma qualche volta a denti stretti e sotto la sferza del voto di fiducia.

Però questo governo cesserà con le prossime elezioni e toccherà al nuovo parlamento sostituirlo. La nostra Costituzione gli dà tutti i poteri. Ma il nuovo parlamento sarà in condizione di esprimere un governo forte, capace e che si occupa solo del bene del Paese? O torneremo a una situazione simile a quella che c’era prima del governo Monti?
L’Italia ha sempre avuto governi deboli e instabili perché la nostra Costituzione dà pochissimo potere all’esecutivo. I padri costituenti avevano avuto l’esperienza della dittatura fascista e avevano paura di un esecutivo forte. Perciò lo hanno imbrigliato in tutti i modi.

Ma è possibile avere un esecutivo forte e senza pericoli di dittatura limitandone la durata e impedendone la rielezione. Ce ne danno un chiaro esempio gli Stati Uniti che eleggono un presidente dotato di ampi poteri ma che scade dopo quattro anni e non può essere eletto più di due volte. Quello americano però è un modello che i politici italiani temono come la peste perché impedirebbe loro di restare sulla scena politica per tutta la vita e di poter così sempre entrare in qualche nuovo governo. Infatti negli Stati Uniti il governo lo fa il presidente e finito il suo mandato tutti i ministri vanno a casa e ci restano.

Ma il principio di dare ampi poteri all’esecutivo limitandone la durata e impedendone la continua rielezione farebbe molto bene in Italia anche

per i più importanti governi locali, per le più alte funzioni pubbliche, magari aggiungendovi la proibizione di cumulare le cariche. Non sono solo i giovani che devono abituarsi a non avere il posto fisso per tutta la vita.

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