RomaDi fronte a un cadavere, davanti a un conclamato caso di assassinio, la prima domanda dovrebbe essere: cui prodest . Le banche, la Germania, l'Unione europea così come la conosciamo. Ognuno può scegliere tra i beneficiari dell'omicidio greco (anche a voler pensare che si tratti di un suicidio-omicidio). Stavolta però la prima questione è differente, tanto incerta è l'identità del cadavere. Sì, la Grecia. Ma sotto quella maschera tragica, le fattezze sfigurate d'Europa. A indagare meglio, il volto sfregiato di Democrazia. Maschera ipocrita quanto si vuole, ma oggi del tutto frantumata. Vince la legge del più forte; alla convenzionale chiamata alle urne del popolo si sostituisce un'ipocrisia ancora peggiore, «l'ideologia contabile». Qualcosa che in Italia abbiamo conosciuto, in misura magari meno drammatica, con la sostituzione del governo liberamente votato dagli italiani e l'avvento del «tecnico» Monti. Denso di significato, il commento dell'ex premier imposto dalla Merkel. «Tsipras ha giocato a poker e ha perso», dice Monti. Che con abituale sussiego esprime un assioma rivelatore: «Quando la Grecia potrà tornare a essere economicamente più funzionante, e avrà dati migliori, potrà essere più rispettata dai Paesi europei».
Suonano perciò oggi le fanfare di questo mondo fatto di nuova ideologia. Così come rintocca mesto il «de profundis per l'Europa» nelle parole di Renato Brunetta, capogruppo forzista alla Camera. «Stiamo andando verso il quarto Reich», dice la crudezza di Daniela Santanché. «La democrazia è sospesa, l'umiliazione della Grecia è un monito. La strategia dell'Eurogruppo è quella del Terrore: colpirne uno per educarne 19. Un colpo di stato», spara Grillo. Un fallimento completo che associa Renzi e la Ue, nelle parole del leghista Salvini: «Una buffonata, regaliamo altri 80 miliardi e non ridiscutiamo niente dell'Europa e dei trattati». Pessimismo condiviso persino da Romano Prodi: «Si è evitato il peggio ma non il male. Il male per una Grecia umiliata e un'Europa incapace di iniziativa, di leadership e di solidarietà».
Il problema non è allora se, strategicamente, l'umiliazione di Tsipras tolga o meno acqua ai movimenti populisti e «no-euro» (a tale proposito, veramente tristi e fuori luogo alcune voci di figuranti del Pd che attaccano chi sostiene che questa Europa non serve e non piace più). Questione che gli spagnoli di Podemos riassumono bene: «C'è da vergognarsi di essere europei». In un'Europa di questa fatta, insomma, non si ha più voglia di starci. E questo, non altro, darà assai fiato ai movimenti «no euro», radicalizzando il «basta Ue» che in ciascuno sgorga dal cuore.
Persino al premier Renzi, sia pure in extremis e a modo suo, è venuto un dubbio. «Possibile che mentre in Egitto esplodono bombe contro di noi, si tenta l'accordo con l'Iran, c'è guerra in Ucraina e in tante altri parti del mondo, s'impieghino quattro vertici a discutere dei dettagli dell'accordo sulla Grecia? L'Europa rischia di diventare solo burocrazia, la vera sfida è salvare la Ue». Ma allora, vien da dire, perché non ci ha pensato tu, Matteo? A battere i pugni sul tavolo, a far il diavolo a quattro? «Italia assente, senza idee, senza proposte, chiamata solo a pagare e obbedire», è invece il triste bollettino riscontrato (non solo) da Brunetta. Paga e tàs, somaro lombard fu il primo motto della Lega di Bossi. Oggi siamo tutti ancora più somari.
La strategia
dell'Eurogruppo è quella del terrore:
colpirne uno
per educarne 19
L'accordo è una buffonata. Renzi non si permetta
di farci pagare
un solo euro
Un brutale esercizio di potere
La Grecia è stata
punita con una serie di atrocità
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