MilanoSilvio Berlusconi punta da sempre su di lui e da tempo voleva nominarlo coordinatore del Pdl in Lombardia. Questa volta sembra che la partita sia chiusa e Mario Mantovani, senatore e sottosegretario alle Infrastrutture, prende le redini del Popolo della libertà in un momento non facile in Lombardia, dove siede in consiglio regionale Nicole Minetti, al centro della bagarre politico-giudiziaria di queste settimane.
Berlusconi ha proposto la nomina di Mantovani ai vertici del Pdl: a questo punto manca solo la ratifica dellufficio di presidenza, ma laccordo politico è chiuso e - a meno di sorprese dellultima ora - si tratta di un passaggio formale. Mantovani è anche alla guida dei «difensori del voto», incarico che non guasta, alla vigilia di importanti scadenze elettorali.
Guido Podestà, ex coordinatore lombardo del Pdl, si è dimesso ieri pomeriggio, con una nota dettata da Roma, dove ha visto Berlusconi. «Troppi impegni - spiega Podestà, che è presidente della Provincia di Milano -. Così starò più tempo con mia moglie. Da tempo discutevo con Berlusconi di lasciare e giovedì scorso abbiamo convenuto che si tratta di un incarico per cui serve il tempo pieno».
Berlusconi, deciso a nominare Mantovani, desiderava però un ampio consenso del partito, che faticava ad arrivare proprio a causa del profilo forte del candidato. Mantovani può contare su un vasto consenso tra i sindaci lombardi, di un buon credito negli ambienti cattolici e di un sostegno elettorale pesante, dimostrato ancora una volta alle Regionali del 2010. Azzurro della prima ora, entrato in Forza Italia nel 1994, aveva un ottimo rapporto anche con la mamma di Berlusconi: la signora Rosa Bossi era cittadina onoraria di Arconate, il comune di cui Mantovani è sindaco.
Fino allultimo è rimasta in corsa Lara Comi, europarlamentare ventottenne, ex coordinatrice dei giovani azzurri lombardi, buona immagine e buoni rapporti. Ma anche il ministro Mariastella Gelmini, che la sosteneva, alla fine si è schierata con Mantovani: in ore delicate, polso ed esperienza contano più di entusiasmo e freschezza. Determinante il sì dei ministri, il beneplacito di Ignazio La Russa e Denis Verdini, la relazione consolidata con Sandro Bondi, i rapporti positivi con i ministri Michela Vittoria Brambilla e Paolo Romani.
La raccolta di firme contro la Minetti organizzata da Sara Giudice, figlia di un esponente locale del Pdl, si è legata alle difficoltà a contrastare le esuberanti richieste della Lega locale, alle giunte locali esplose e sciolte e agli scontri sui piani di governo del territorio. Difficile per Podestà, che guida una giunta in cui il Carroccio è decisivo, contrastarne le richieste dalla poltrona del partito.
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