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«Prima di lasciare voglio far vincere ancora il Pdl»

«Prima di lasciare voglio far vincere ancora il Pdl»

Un dossier per Silvio Berlusconi e un vertice romano con Claudio Scajola. Sandro Biasotti, dopo la scelta parlamentare fatta «sacrificando» il ruolo di consigliere regionale, decide di mettersi a servizio del partito ma di farlo senza ambire a posti di comando. Una cerniera di collegamento tra le varie anime del Pdl, un tutore del movimento che viaggia in sintonia con l’ex ministro Scajola: «L’ho trovato dimagrito ma risollevato rispetto a qualche settimana fa - racconta l’ex governatore -. Credo abbia ritrovato serenità e abbia la giusta dose di ottimismo per riuscire ad uscire dalla vicenda giudiziaria».
Biasotti, lei non segue chi pensa che l’ex ministro sia fuori dai giochi
«No, perché non credo sia così. Mi auguro che Scajola possa uscire da questa storia già in estate»
Si avverte così tanto la mancanza del leader?
«Mi sembra evidente, la sua assenza pesa perché nei momenti di difficoltà ha sempre saputo trovare la soluzione. Se così non fosse, dopo l’estate, andranno trovate altre soluzioni ma rimango convinto che da Scajola non si debba prescindere»
Un vertice per parlare più di ristrutturazione del partito, di future candidature o del «dossier Berlusconi»?
«No, dei nostri colloqui non voglio rendere pubblico nulla. Abbiamo fatto il punto della situazione su tutto quello che era utile affrontare. Il dossier per il presidente del Consiglio è un’altra vicenda: ci siamo incontrati e mi ha chiesto una relazione sulla situazione della Regione. Cercherò di sintetizzare problemi industriali, imprenditoriali e politici».
Gli parlerà anche della situazione del Pdl nostrano?
«È innegabile che ci siano problemi, ma non so se spetta a me renderne conto a Berlusconi. Vorrei lavorare per spingere il Pdl ad un’altra vittoria prima di lasciare l’incarico: penso a Savona e Genova. Il vuoto lasciato da Scajola e il gioco del Giornale sul sindaco hanno acceso gli animi di molti».
Al suo posto in consiglio regionale entra Lorenzo Pellerano eletto nella lista civica e senza tessera Pdl.
«Francamente non capisco chi si straccia le vesti per chi non ha tessera. Siamo un movimento e chi vuole partecipa, ma dobbiamo pensare anche ad allargarci a chi non vuole aderire al partito.

Pellerano, come Siri, è riconducibile all’area del centrodestra ed è un valore. E se mi è consentito è stato fatto un errore nel cacciare Siri dal Centro est perché, se abbiamo vinto in quel Municipio, è grazie a lui».

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