«Lassini? Preferisco occuparmi della città»

Il «caso Lassini è chiuso». Parola di Letizia Moratti che ieri ha ribadito la sua posizione «per me il caso è chiuso, ora la questione tocca al partito». Parole sugellate dal coordinatore regionale del PdL Mario Mantovani che ieri si è augurato che «Roberto Lassini, nel caso venisse eletto al consiglio comunale di Milano, rinunci alla carica». Un caso chiuso politicamente, ma aperto tecnicamente: la sentenza 1384 del 1 ottobre ’98 sancisce che una volta depositate, la liste sono immodificabili.
In una settimana la polemica scoppiata venerdì scorso per i manifesti «Fuori le Br dalle procure» dell’ex sindaco di Turbigo e candidato nella lista Pdl al consiglio comunale Roberto Lassini, volge al termine. Letizia Moratti guarda avanti. In tasca la lettera di dimissioni di Lassini: «Sia io che il partito abbiamo in mano la lettera di rinuncia irrevocabile alla candidatura» aveva ripetuto venerdì. Una posizione ribadita in serata dall’avvocato: «Le mie dimissioni ci sono, chi vuole votare per me scriva Moratti sulla scheda». Il partito, che in un primo momento si era diviso su fronti opposti, ora si ricompatta e fa quadrato intorno al sindaco. Obiettivo: concentrare attenzione ed energie sui temi concreti della campagna elettorale per il rush finale. Così Lassini ieri si è trincerato dietro un «no comment».
Ieri mattina sotto un cielo plumbeo, Letizia Moratti ha partecipato alla cerimonia di giuramento dei 136 nuovi vigili. Un’ottima occasione per tornare su uno dei temi cardine dell’operato della lady di ferro in questi cinque anni, che ha fatto di Milano la città capofila nella lotta per la legalità e la sicurezza. «Sono tanti i risultati che i nostri “ghisa” hanno portato in questi anni - ha ricordato - questi 136 uomini e donne si aggiungono agli altri 3000. È da 150 anni che difendono e rendono sicura la città. E noi siamo fieri del loro lavoro. Assieme alle forze dell’ordine hanno contribuito a far calare i reati del 48%: ricordo i temi della prostituzione, dello spaccio di droga, dell’abuso di alcool dei minori, della contraffazione, della lotta ai clandestini e ai campi nomadi irregolari, delle case occupate abusivamente». Il pensiero vola a quel marzo 2007 quando Letizia Moratti scese in strada contro il governo per chiedere più poteri ai sindaci in materia di sicurezza. I superpoteri arrivarono e con loro le ordinanze che hanno fatto di Milano un modello per il paese.
«Grazie alla presenza costante dei vigili sul territorio - ricorda il primo cittadino - si è dimezzata la presenza delle prostitute nelle strade. Con le pattuglie Charlie Delta si è ridotta enormemente la presenza dei mendicanti e dei lavavetri abusivi.

Il territorio, in particolare le periferie, viene tenuto costantemente sotto controllo dalle pattuglie Sierra. I nostri ghisa sono ancora più vicini ai cittadini grazie alla tecnologia del progetto Ambrogio che consente di segnalare in tempo reale buche, ostacoli, pericoli».

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