Il latte materno non rende più intelligenti

da Londra

Contrariamente a quanto tradizionalmente creduto, l’allattamento materno non favorisce lo sviluppo cognitivo nei neonati, né accresce il loro quoziente intellettivo. È quanto emerso da uno studio condotto dal Medical Research Council, in collaborazione con l’Università di Edimburgo, passando in rassegna 5.475 bambini e 3.161 madri statunitensi.
Tra i parametri analizzati dagli studiosi, non solo il tipo di latte consumato nei primi mesi di vita, ma anche le condizioni socio-economiche della famiglia, l’ambiente domestico, la razza e l’educazione. È così emerso che i bambini allevati con il latte materno sono mediamente sì più intelligenti, ma solo perché le rispettive madri, quelle in grado di allattare, lo sono altrettanto.
Secondo i dati raccolti dai ricercatori britannici le donne che allattano sono in generale più intelligenti, acculturate e mature delle madri che si affidano al latte artificiale, o di mucca. Un dato che evidenzia l’ereditarietà delle capacità cognitive, allontanando la falsa credenza che possa essere il latte materno ad accrescere l’intelligenza dei neonati.
«L’allattamento materno non ha alcun effetto - ha confermato il professor Geoff Der, del Medical Research Council - se è vero che allattare procura indubbi benefici alla madre così come ai bambini, tra questi di certo non c’è lo sviluppo intellettivo».

In Gran Bretagna il 76 per cento delle madri allatta i propri neonati, ma solo il 28 per cento continua dopo il quarto mese, nonostante il dipartimento per la salute pubblica suggerisca di proseguire fino al sesto mese. Le statistiche governative indicano che sono in prevalenze le più giovani, meno acculturate e di condizioni economiche svantaggiate, le madri che si rifiutano di allattare.

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