Laurentino 38, sgomberato l’undicesimo ponte

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Lo sgombero dell’undicesimo ponte del Laurentino 38 è cominciato ieri mattina alle sette con l’arrivo, in via Marinetti, di una task-force di uomini in divisa - polizia, municipale, carabinieri, vigili del fuoco, Protezione civile - grazie alla quale le operazioni si sono svolte senza problemi, ordinatamente. Nonostante la gente non fosse stata avvertita. Non ci sono state scene di esasperazione, qualcuno al massimo si è un po’ arrabbiato, molti erano amareggiati. E c’è chi questo momento definito «storico» per il quartiere non se l’è proprio voluto perdere. «Hanno detto che daranno una casa agli occupanti», commenta Giovanni Carrai, 52 anni, sardo, residente in una delle palazzine di via Marinetti. E infatti le 44 famiglie costrette a traslocare troveranno momentaneamente alloggio in alcuni miniappartamenti su via Cristoforo Colombo, in attesa del bando speciale che assegnerà loro una sistemazione definitiva.
Nessun disordine, dunque. A mano a mano che le forze dell’ordine entravano nelle sale, gli occupanti prendevano gli effetti personali per portarli via con buste, sacchi e cartoni. Sono stati sgomberati anche i negozi, come l’alimentari della signora Concetta, che avevano aperto pensando che fosse un normalissimo giorno di attività. Già ieri è cominciato l’abbattimento delle tramezzature interne, mentre l’area pedonale sotto il ponte all’altezza di via Kafka è stata transennata per consentire l’apertura del cantiere che tra una settimana porterà poi all’abbattimento dell’intera struttura.
Parole rassicuranti sono arrivate da Luca Petrucci, presidente dell’Ater di Roma, sul posto durante le operazioni di sgombero: «Abbiamo trovato una soluzione per le attività commerciali dell’undicesimo ponte: il negozio di generi alimentari troverà posto sotto il decimo ponte e la merceria e il bar avranno chioschi mobili. Questi saranno collocati in nuove aree commerciali. L’impegno rivolto a loro è che sistemino comunque le loro morosità». Petrucci si è detto soddisfatto di come è iniziata l’opera di demolizione: «Una grande intesa istituzionale ha fatto sì che, ognuno per le proprie competenze, si sia lavorato sinergicamente alla soluzione di una situazione di grande degrado ambientale e abitativo».
Gli inquilini degli stabili - tra cui molti bambini, che hanno per lo più preso l’avvenimento come un gioco e hanno trasportato allegramente, su carrelli improvvisati, pacchi e scatole dagli appartamenti svuotati - hanno pacificamente lasciato le abitazioni e preso posto negli autobus messi a disposizione dal Comune per raggiungere i mini-appartamenti sulla Colombo. L’assessore regionale alla casa, Bruno Astorre, ha sottolineato che l’intervento e la successiva ricostruzione del quartiere, sono stati finanziati dalla Regione con uno stanziamento di 4.800.000 euro. Astorre ha voluto poi ringraziare il presidente dell’Ater «per la celerità con cui ha affrontato il problema individuandone le soluzioni». «Ringrazio anche i comitati degli occupanti - ha continuato - che hanno dimostrato molta collaborazione con la Regione ed il Comune per permettere una soluzione positiva al problema dei ponti».

Nell’area sgomberata i ponti saranno demoliti e sarà costruita una larga piazza con un lungo viale pedonale, dove intorno sorgeranno, con la stessa cubatura degli appartamenti abbattuti, abitazioni private, ma anche circoli culturali e strutture di aggregazione sociale, ricreative e sportive.

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