Entro il 2020 l'Australia intende sbarazzarsi di due milioni di gatti. Il governo ha, infatti, in programma di uccidere i felini randagi con salsicce e pasti avvelenati. Secondo uno studio del 2017, riportato dal quotidiano australiano Independent, i gatti sono degli straordinari killer: uccidono ogni anno 377 milioni di uccelli e 649 milioni di rettili nel Paese, una grande minaccia per l'ecosistema. Il cibo killer sarà disseminato in migliaia di ettari di terra per risolvere il problema. Aerei distribuiranno le delizie avvelenate, prodotte in una fabbrica vicino Perth, facendole cadere nelle aree frequentate dai gatti selvatici. Si tratta di una delle tattiche inserite nel piano volto a proteggere le altre specie animali.I felini saranno anche intrappolati e fucilati da funzionari governativi. Più rapido e indolore il metodo veleno. Le vittime, infatti, muoiono al massimo 15 minuti dopo aver mangiato carne di canguro, grasso di pollo, erbe e spezie contaminati. «Devono avere un buon sapore, in fondo sono l'ultimo pasto del gatto», ha detto il dottor Dave Algar, che ha contribuito a sviluppare la ricetta. «Dobbiamo fare delle scelte per salvare gli animali che amiamo», conclude.
Naturalmente, visto l'argomento, nel Paese si è acceso il dibattito con gli animalisti pronti a dare battaglia. Più di 160mila persone hanno già firmato una mezza dozzina di petizioni online per chiedere all'Australia di abbandonare il piano. Brigette Bardot ha scritto una lettera chiedendo al governo di fermare il «genocidio animale», mentre la rockstar Morissey ha risposto dicendo «gli idioti governano la terra». L'abbattimento è stato anche preso di mira da alcuni ambientalisti che sostengono che il governo si stia concentrando troppo sui gatti, piuttosto che affrontare altri ostacoli alla biodiversità come l'espansione urbana, il disboscamento e l'estrazione mineraria.
In passato per i gatti
domestici sono state pensate misure insolite come il coprifuoco 24 ore su 24. Nel 2015 la guerra al randagismo era passata invece attraverso misure ancora più drastiche, ossia l'abbattimento selettivo di migliaia di esemplari.
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