Stile

L'auto virtuale? No, grazie

Il «non» Salone fa perdere il gusto di scoprire di persona le novità e mette a rischio la passione

di Pierluigi Bonora

E così anche l'auto è finita in quarantena. Maledetto coronavirus, non ti è bastato seminare il panico tra la popolazione per il timore di essere contagiati. Ma hai voluto fare di peggio: infettare anche l'auto e, di riflesso, l'economia. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: Salone di Ginevra saltato con danni milionari, eventi e test drive rinviati sine dine. E guardando al settore: oltre al mercato che langue, alle concessionarie vuote e all'autotrasporto che rischia la paralisi, ci sono progetti evaporati, agenzie di promozione bloccate, free lance senza lavoro. Insomma, una situazione che deve trovare al più presto una via di uscita.

Uno scossa forte è arrivata da Fca che ha voluto sfidare gufi e paure, organizzando, nei giorni scorsi, a Milano, il lancio mondiale della Nuova Fiat 500 Elettrica. In pratica, in accordo con il Comune di Milano, il responsabile globale di Fiat, Olivier François, ha spostato nella metropoli lombarda l'evento programmato a Ginevra. Un atto di sfida e di coraggio che va oltre la volontà di fare sensazione.

E mentre le altre Case automobilistiche hanno scelto Internet per svelare le novità che avrebbero dovuto debuttare al Salone svizzero, Fca è andata controtendenza, con tanto di nuovi modelli - le Nuove Fiat 500 Elettriche - esposti prima in piazza del Duomo, a Citylife e piazza della Scala, e poi davanti alla Triennale.

In un momento in cui si è oggetto di occhiate sospettose, tenute a distanza e salutati con un freddo cenno della mano, ci manca solo che a farne le spese sia la passione e l'indole di conoscere da vicino, accarezzandole, le cose belle. Tra queste le automobili. Ma non ci fermiamo agli oggetti del desiderio. Il bello dei Saloni, infatti, è l'aspetto democratico. In pratica, nelle giornate riservate ai media, a tutti viene data la possibilità di avere incontri ravvicinati sia con supercar da mille e una notte sia con i mostri sacri del settore, i top manager alla guida dei colossi dell'auto. Aspetto, questo, ancor di più valido in un Salone come quello di Ginevra, a misura di giornalista. Tutt'altra cosa è assistere a presentazioni virtuali e partecipare a tavole rotonde, insieme ad altre decine di colleghi, per lo più sconosciuti, con il big di turno. Interessante, ma a mancare in tutti i sensi è il «contatto» umano e materiale. Non ci resta che aspettare che questo brutto sogno finisca.

Prestissimo.

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