«Lavavetri per 60 anni Con straccio e secchio ho fatto una fortuna» La storia di Bruno Ponzoni, brianzolo doc ultimo italiano a fare ancora questo mestiere

«Mi sun l’unic. Finito io, finisce un’epoca». Proprio così perché lui, Bruno Ponzoni in arte Sergio, è l’ultimo lava-vetrine italiano rimasto a Milano. Settantadue anni, brianzolo doc, pulisce quelle delle boutique e dei negozi del centro da una vita. Da quando aveva dodici anni e sua madre gli aveva detto che se voleva mangiare, era meglio rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Da allora ha messo in piedi un’impresa di pulizia, con tanto di dipendenti e una «fortuna» dice lui che gli ha permesso di condurre un’esistenza da nababbo. «Mica lo faccio per soldi questo mestiere - spiega -. Non ne ho bisogno». Ne ha messi da parte quanto basta in questi anni per pagare gli studi ai figli, comprare un appartamento a ciascuno di loro e una villetta per lui e la moglie, a Paderno d’Adda. «Non ti sto a dire quanto pago di tasse - racconta mentre strizza a mani nude uno straccio pieno di acqua davanti alla vetrina di Mirabello in via San Marco -. Ma a me piace, altroché e poi lo faccio per passare il tempo». Che gli sembrava si fosse fermato a un certo punto, quando è morto uno dei suoi tre bambini. «Il lavoro mi aiuta a dimenticare quello che è successo. Potrei starmene tranquillo a casa, la pensione già ce l’ho». E invece il signor Bruno, detto Sergio, ogni mattina si sveglia alle 4.15 nella sua villetta in Brianza, prende il primo treno per Milano. Arriva alla stazione di Porta Garibaldi verso le 6, monta in sella alla bicicletta e comincia ad andare in giro per la città. A guardarlo mentre scorrazza in mezzo al traffico, sembra che non gli manchi niente per essere felice. Due secchi appesi al manubrio con i ferri del mestiere, la scala sulle spalle, jeans, scarpe da ginnastica e un impermeabile giusto per ripararsi dal gelo di questi ultimi giorni. «Osti, sun sessant’anni che lauri - scherza - il freddo ormai non lo sento più». Sorride e gli brillano gli occhi. «Io sono una persona fidata, conosco tutti a Milano e tutti mi conoscono - racconta -. Mi lasciano le chiavi e io gli vado a pulire le loro vetrine, te capii?». Ci vogliono quindici minuti per farne una, diciotto in una mattina e dieci nel pomeriggio. Soltanto quelle del centro però, perché il signor Ponzoni lavora solo per clienti esclusivi. Via Montenapoleone, via Spiga, via dell’Annunciata. «Un tempo andavo da Galli dove c’era Lucia Bosè, che donna - ricorda ancora -. Ora sono tutti miei amici, mi chiamano per strada e mi chiedono di andare da loro». Gli appuntamenti da un giorno con l’altro li prende per passaparola, cellulare e agenda nemmeno a pensarci. Tira fuori un fazzoletto pulito e asciuga le ultime gocce rimaste sulla vetrina di Mirabello. Perché le cose devono essere fatte per bene. «Va’ che bello - dice -. Con questo mestiere sono sempre a contatto con la gente e mi piace, altroché se mi piace». Si asciuga le mani con lo straccio, saluta le commesse del negozio. Una coppia di passanti lo riconosce per strada. «Te vist? Un Papa sta a Roma e l’altro a Milano», scherza lui.

Salta sulla bicicletta, ride e se ne va.

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