Roma

Lavavetri ucciso, arrestato un clochard

Birra, vodka, fiumi di alcol e di disperazione che hanno provocato una violenza spropositata e incontenibile. Questo lo scenario abietto nel quale è maturato giorni fa l’omicidio di un lavavetri somalo, trovato morto tra i rovi di un parco già tristemente conosciuto a Roma per un’altra violenza: il parco della Caffarella, quello dove il giorno di San Valentino dello scorso anno due fidanzatini furono aggrediti e lei violentata. Questa volta è stata una lite tra emarginati a sfociare in tragedia. A uccidere a calci e pugni il lavavetri è stato un clochard, di nazionalità inglese di 47 anni, arrestato giovedì scorso dai carabinieri. Il corpo del lavavetri era stato trovato domenica mattina, il volto tumefatto e attorno molto sangue. Poi giovedì sera si sono presentati negli uffici della stazione dei carabineri San Sebastiano due persone: «So che ci state cercando, perché?», ha chiesto ai militari la fidanzata del lavavetri somalo. La donna, anche lei di nazionalità somala, era accompagnata dal clochard ritenuto dai carabinieri del nucleo investigativo, coordinato dal pm Carlo Lasperanza l’autore del delitto. I due, dopo alcune domande dei militari, hanno cominciato a contraddirsi su quanto avvenuto, poi Bennet Michael Edwood, nazionalità inglese, senza fissa dimora e da dieci anni in Italia, è crollato confessando l’omicidio. «L’ho ucciso durante una lite banale, a calci e pugni», ha raccontato l’inglese spiegando che assieme alla vittima la sera di sabato aveva bevuto birra e vodka.
I due chiedevano l’elemosina allo stesso semaforo in via Appia Pignatelli e già in passato avevano avuto degli screzi piuttosto violenti. L’inglese inoltre ha precedenti per rissa e lesioni. Resta da accertare il rapporto tra l’inglese e la fidanzata del somalo, che non ha nessun ruolo nell’omicidio ed è anche lei una clochard. Non si esclude che possa esserci un legame sentimentale tra i due. «Avevamo già identificato l’autore del delitto - ha spiegato il comandante Salvatore Cagnazzo -. Probabilmente si è presentato alla nostra stazione in compagnia della donna per tentare di depistare le indagini ma durante l’interrogatorio ha ammesso tutte le sue colpe».

Bennett si trova ora a Regina Coeli a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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