Lavoro: Cerm, crisi è opportunità per fronte comune aziende-dipendenti

Il centro di ricerche evidenzia come dai dati Istat risulti un calo delle ore non lavorate per conflittualità del 70-80% rispetto all'anno scorso. Il vero problema sono i salari che non premiano il merito del singolo lavoratore.

I dati diffusi dall'Istat evidenziano la forte riduzione (-70/-80%) delle ore non lavorate a causa di conflitti di lavoro nel 2009. È l'effetto della crisi, ma anche di un nuovo "fronte comune" tra datore di lavoro e lavoratore per tutelare i processi produttivi. Questa risposta non era né ovvia né scontata, sottolinea Fabio Pammolli, direttore del Cerm, centro di ricerche economiche. In altre occasioni, le difficoltà del sistema economico e del mercato del lavoro sono state accompagnate da aumenti di tensione nei rapporti di lavoro. «Un clima che potrà rivelarsi un buon alleato per accorciare i tempi di recupero dell'economia e dell'occupazione», aggiunge Pammolli.
I dati sui contratti collettivi sono utili nella parte di riepilogo delle vacanze contrattuali e degli aumenti programmati. Poco significativi restano, nell'attuale contesto di contrattazione retributiva italiana, le variazioni nominali congiunturali e tendenziali, come il loro raffronto di breve periodo (un anno) con la dinamica inflazionistica.

Le retribuzioni italiane rimangono tra le più basse in Europa, e scontano un appiattimento della produttività su cui hanno storicamente influito le regole di contrattazione, centralizzate e poco capaci di riconoscere il merito a livello della singola impresa e del singolo rapporto di lavoro.

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