Depressione Milan. Dallesterno non sembra proprio: facce e discorsi di circostanza al ritorno da Lecce nel cuore della notte. Allinterno, invece, bolle il pentolone dei rimorsi e dei rimpianti. E anche delle accuse sugli errori commessi. Che si intrecciano con i numeri, sinonimo di giudizi severi e spietati, spia di un disagio notevole. Per esempio il paragone col Milan dellanno prima, Leonardo in panchina e Ibrahimovic più il resto del mercato ancora da venire: 2 punti in più per il telefonista trasferitosi armi e bagagli ad Appiano Gentile. Non solo ma a giudicare dalle ultime quattro partite, il deficit è ancora più allarmante: 5 i punti raccolti su 12 a disposizione. É come se tra lultima del 2010 (sconfitta interna con la Roma) e linizio del 2011 (a eccezione di Cagliari) ci sia stato un black-out totale, complicato da accidenti (Nesta tornato e sceso al di sotto del solito rendimento a Lecce) e scadimenti di forma (Ambrosini, Pato).
Chiamato in ballo, sullargomento, anche il giovane allenatore Allegri che forse deve farsi sentire dallo spogliatoio, rifilare qualche bercio in settimana per ritrovare lo spirito guerriero dei mesi migliori, ottobre, novembre e dicembre 2010. Della depressione, motivata dallandamento lento in classifica, possono discendere anche le reazioni alla vicenda Pato che è diventato un nervo scoperto oltre che largomento del giorno dopo. Il consiglio datogli da Ibra («vai dentro») e la discussione animata in pubblico con Gattuso, oltre alla sostituzione decisa da Allegri, hanno rilanciato la questione, rimasta sotto il pelo dellacqua solo grazie ai due gol contro lUdinese. Al giovane brasiliano non si possono rimproverare i gol, che sono la sua specialità, ma solo il profilo delle sue esibizioni, specie fuori casa, lindolenza di certe perfomances, tipo Lecce per esempio. Ed è su questo che Allegri e tutto il gruppo rossonero devono lavorare. Perchè Pato, a 21 anni, è come un bicchiere di cristallo pregiato: basta niente per scheggiarlo o addirittura per ridurlo in cento pezzi. É da maneggiare con cura, insomma. Robinho è un rivale temibilissimo: sarebbe entrato lui se non fosse stato fermato dallinfluenza, nella notte pugliese. Ma anche Cassano non scherza certo. Anzi il suo inserimento ha stupito tutti, compreso il ministro Maroni, tifoso eccellente dei rossoneri. «Conoscendo società e spogliatoio penso sia più facile che Antonio metta la testa a posto» il suo primo commento sul barese. «Ero scettico sul suo arrivo come su quello di Ibrahimovic e spero di essere smentito in tutti e due i casi» la sua conclusione che non è proprio un inno allottimismo, semmai alla cautela. Pato ha tempo ancora 3 settimane per ricacciare indietro la concorrenza del barese: altrimenti sarà scavalcato nella graduatoria interna.
La verità è che Cassano ha mostrato velocemente di integrarsi con Ibra: lo ha servito anche a Lecce in modo divino, insieme possono formare la coppia perfetta, con Robinho rifinitore o terza punta in alcune sfide. Al resto dei problemi, traditi dal Milan, sta lavorando Adriano Galliani. «È previsto qualche ritocchino» lespressione usata dal vice Berlusconi per far sapere che dalla sessione di gennaio di calciomercato possono arrivare un difensore e un centrocampista. Cellino si è fatto vivo, preoccupato dal silenzio milanista: «Sono pronto a cedere Lazzari». Ma da via Turati non vanno oltre lofferta della metà di Astori. «Oppure non se ne fa nulla». I ritocchini sono sufficienti se nel frattempo la squadra dovesse riguadagnare in fretta condizione fisica brillante e determinazione, smarrite a cavallo di Capodanno. Sotto accusa anche la preparazione di Dubai, a sentire i giudizi di Billy Costacurta, ex componente storico di Milanello che dai microfoni di Sky ha espresso dubbi su quel lavoro oltre a segnalare, durante lintervallo, un fischio favorevole a Thiago Silva, omettendo invece nel finale notizie e commenti sul rigore negato ai rossoneri (fallo in uscita del portiere Rosati su Seedorf).
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