Quasi 10 milioni e mezzo di donne italiane tra i 14 e i 65 anni hanno subito almeno una volta nella loro vita una molestia sessuale o un ricatto sul lavoro a sfondo sessuale. Nella rete della violenza è caduta una donna su due (51,8%), mentre l’8,5% (un milione e 224 mila donne) è stata molestata o ricattata in ufficio, ambiente considerato «infernale» per 2 milioni e 633 mila lavoratori. Lo rivela l’Istat in due indagini: una sulle molestie sessuali e i ricatti sessuali sul lavoro, l’altra sul disagio nelle relazioni lavorative nel biennio 2008-2009. I dati sono stati diffusi sono frutto di una convenzione con il ministero delle Pari Opportunità. Le donne più a rischio sono quelle che vivono nelle grandi città o nei comuni periferici. Valori sopra alla media si rilevano per le donne del nord-ovest (57,2%) e del nord-est (54,3%). Negli ultimi tre anni, in particolare, sono state 3 milioni 864 mila le donne di 14-65 anni ad aver subito almeno una molestia o un ricatto sessuale. Le ragazze di 14-24 anni (38,6%) hanno il doppio delle probabilità di subire una molestia; seguono le 25-34enni (29,5%). Il fenomeno risulta più diffuso al Sud (21% contro il 19,9% del Nord-ovest e il 17,7% del Nord-est).
Tra le molestie subite più diffuse ci sono quelle verbali, i pedinamenti, l’esibizionismo e la molestia fisica. Negli ultimi 10 anni il numero delle telefonate oscene è crollato: il tasso di vittimizzazione era del 33,4% nel biennio 1997-1998 e ha raggiunto il 17,9% nel 2008-2009. Secondo Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell’Istituto, questo tracollo ha a che vedere con i «cambiamenti nel panorama della telefonia, che funzionano da deterrente». Nell’arco della propria vita il 28,8% delle donne ha subito una molestia fisica su un mezzo di trasporto pubblico o in stazione, l’11,7% in discoteca, pub, ristorante, bar o cinema. L’autore nel 59,4% era un estraneo, e di fronte ad un ricatto sessuale, l’81,7% delle donne non ne parla con nessuno. In calo rispetto a dieci anni fa anche le molestie sessuali: dal 24% del 1997-1998 al 19,7% del 2008-2009. Una tendenza già evidenziata nel 2002 quando si registrò il 19,7% di vittime. In questo caso, per Sabbadini, la spiegazione ha a che vedere con gli effetti positivi prodotti dalla legge sulla violenza sessuale ed anche per una maggiore consapevolezza del fenomeno fra le donne e di cui parlano diffusamente anche i media. «Tutto ciò - precisa - contribuisce a costruire un clima di condanna e stigmatizzazione sociale della violenza contro le donne e favorisce l’inibizione di manifestazioni violente contro di loro».
A parere di Simonetta Matone, capo di gabinetto del ministero per le Pari Opportunità, questi «dati in positivo» sono dovuti anche «alla maggior consapevolezza del diritto all’integrità fisica del corpo da parte delle donne. Ma anche gli uomini sono cambiati.
Se cala il numero delle telefonate oscene è anche perché c’è una maggior comunicazione sessuale tra uomo e donna. Un grande aiuto lo ha dato la legge sullo stalking; inoltre le donne oggi sentono più vicine le istituzioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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