Lavoro nero: sanzioni a dieci aziende

Turni di lavoro fino a 27 ore consecutive, documentazione falsificata o inesistente, un totale di 100mila ore di lavoro non assoggettate a tassazione. Un’enorme evasione fiscale, e un vero e proprio «esercito» di precari arruolati in occasione delle principali rassegne tenute alla nuova Fiera di Rho-Pero. Dopo le indagini della Finanza, che avevano scoperto 313 lavoratori irregolari assoldati da una catena di dieci società, arrivano le prime pene pecuniarie. Il giudice per le indagini preliminari Andrea Pellegrino, infatti, ha applicato nei giorni scorsi i decreti penali di condanna ai rappresentanti legali delle dieci società coinvolte nell’inchiesta (e già multate per 700mila euro dall’Agenzia per le entrate), con ammende che vanno da un minimo di 1.914 a un massimo di 223.487 euro.
La multa più elevata è stata inflitta alla «Grilli Security & Safety srl», la società romana che aveva vinto l’appalto per la gestione del servizio nella Fiera e da cui dipendevano le altre società. La Grilli srl è accusata di somministrazione fraudolenta di manodopera per non aver versato contributi previdenziali per oltre 300mila euro, per aver evaso l’Iva per un importo pari a 66mila euro, e per aver illecitamente ridotto la base imponibile Irap di 320mila euro tra il 2005 e il 2006.
Le altre nove società coinvolte, a cui la Grilli avrebbe subappaltato in sostanza l’arruolamento dei lavoratori, avrebbero allo stesso modo violato la legge Biagi (articolo 18 del decreto legislativo 276 del 2003). Solo le agenzie di lavoro interinale autorizzate, infatti, possono fornire il loro personale ad altre imprese attraverso un contratto di somministrazione. Tra i service, la pena più alta (un’ammenda di 58.380 euro), è stata inflitta alla «Planet Communication Group srl». A seguire la multa da 48.797 euro alla «Special and Perfect sas», 36.214 euro alla «New Eventeam srl», 24.314 euro alla cooperativa «Dam Linea Service». In totale, quasi mezzo milione di euro.


Esclusa, invece, ogni responsabilità Fiera Milano spa, che aveva ribadito «l’impegno a contrastare con la massima determinazione il fenomeno del lavoro illegale», e proposto la creazione di «un osservatorio permanente sul fenomeno del lavoro nero».

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