Lavoro La nuova Rete interviene sul ddl: con l’arbitrato meno contenziosi

«Battesimo politico» per Rete Impresa Italia. Ieri l’alleanza nata dal patto di Capranica, che comprende Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani, si è presentata per la prima volta come soggetto autonomo a un’audizione in Senato sul ddl lavoro, rinviato alle camere dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. I rappresentanti del popolo delle piccole imprese sono intervenuti a proposito delle norme in materia di conciliazione e arbitrato contenute nel provvedimento, con l’obiettivo di «alleggerire il contenzioso del lavoro, per avere una giustizia rapida e certa», eliminando le lungaggini che determinano «insopportabili costi aggiuntivi soprattutto a danno delle piccole e medie imprese». La durata media di un procedimento, afferma ancora la Rete, è di 1.530 giorni, cioè 4 anni, 2 mesi e 10 giorni. Di questi, 696 giorni sono spesi per il primo grado di giudizio e altri 863 per il secondo grado. Intanto, la nuova organizzazione, destinata a essere la «quarta gamba» del tavolo istituzionale, accanto a governo, sindacati e Confindustria, raccoglie consensi e interesse anche al di fuori dei «soci fondatori». A cominciare da Confimea, la confederazione delle piccole e medie imprese che rappresenta 420mila partite Iva: il presidente Roberto Nardella al Giornale si è detto pronto a sostenere la nuova alleanza, e i contatti sono già avviati. Di «confronto» parla invece il presidente di Confapi, Paolo Galassi, che tiene a sottolineare più le differenze - le circa 120mila piccole imprese che rappresenta sono per lo più manifatturiere - che i punti in comune con la nuova realtà.

Eppure, i più interessati sembrano essere i rappresentanti di un mondo completamente diverso, quello agricolo: tanto che Giuseppe Politi, presidente della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, sollecita le altre organizzazioni del settore a prendere spunto dall’alleanza tra commercianti e artigiani per progettare «un’azione comune, con l’obiettivo di rafforzare il potere contrattuale dell’agricoltura». Principale destinataria dell’invito, Coldiretti, il cui presidente, Sergio Marini, si è per ora limitato a esprimere apprezzamento alla nuova iniziativa.

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