Roma

Lavoro Per tutto settembre le domande per ottenere il reddito minimo garantito

ASSESSORE La Tibaldi: «I moduli alle poste, nei comuni capofila e nei municipi romani»

Potranno essere presentate dal 1° al 30 settembre le richieste per ottenere il reddito minimo garantito. I moduli da compilare si potranno trovare negli 800 uffici postali della Regione, nei 60 Comuni capofila di distretto sociosanitario e nei 19 municipi del Comune di Roma. Anche le Province potranno distribuirli tramite i centri per l’impiego e altre strutture accreditate. Le domande potranno essere consegnate presso i Comuni capofila e i municipi, oppure essere inviate mediante raccomandata con ricevuta di ritorno. Una volta raccolte tutte le domande pervenute le Province stileranno le graduatorie degli aventi diritto, secondo i criteri stabiliti dalla Regione. Lo comunica l’assessore al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili della regione Lazio Alessandra Tibaldi, che si dice fiduciosa che «i beneficiari del reddito minimo possano ricevere il primo assegno a novembre».
«Con Poste Italiane - dice Tibaldi - abbiamo raggiunto un accordo per l’utilizzo degli uffici postali, presenti in modo capillare sul territorio compresi i piccoli comuni, per distribuire i moduli e la guida per la compilazione, ritirare le domande inoltrate ai comuni capofila e ai municipi romani, effettuare la prima lettura elettronica dei moduli e successivamente trasmetterli alle Province. Infine, dopo la compilazione delle graduatorie dei beneficiari da parte delle Province, gli uffici postali provvederanno anche ad erogare l’assegno del Reddito Minimo Garantito. A giorni saranno disponibili sul sito www.portalavoro.regione.lazio.it i facsimile del modulo di presentazione delle domande e la guida alla compilazione». «Procede così a tappe forzate - ha concluso Tibaldi - il percorso della legge sul reddito minimo garantito che riguarda, nella sua prima fase sperimentale, donne e uomini di età compresa tra i 30 e i 44 anni e con un reddito personale imponibile non superiore a 8mila euro nell’anno precedente.

Con questo strumento e con gli interventi di politiche attive per il lavoro la Regione ha voluto dare una risposta concreta ai bisogni delle fasce più deboli del mercato del lavoro».

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