"Permesso di soggiorno a chi cerca lavoro". Per combattere il caporalato Landini chiede più migranti

Regolarizzare chiunque dichiari di cercare lavoro: questa l'idea del sindacalista per contrastare lavoro nero e caporalato in Italia, oltre ad abolire la Bossi-Fini

"Permesso di soggiorno a chi cerca lavoro". Per combattere il caporalato Landini chiede più migranti
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Maurizio Landini, segretario del sindacato Cgil, continua a cavalcare la morte del bracciante indiano Satnam Singh per portare avanti rivendicazioni politiche. L'atroce fine dell'uomo ha colpito l'intero Paese, la magistratura e le forze dell'ordine sono al lavoro e sono già arrivati i primi provvedimenti per rendergli giustizia. Lo stesso governo, nella figura del ministro Antonio Tajani e del ministro Marina Calderone, è impegnato sul caso. Ma da Landini prosegue lo sfruttamento della tragedia come cavallo di Troia per portare avanti battaglie ideologiche.

"Uno dei problemi che abbiamo nel Paese si chiama Bossi-Fini: una legge assurda che va cancellata. È sotto gli occhi di tutti come si gestiscono i flussi, solo a una parte di quelli che vengono qui chiamati a lavorare viene dato il permesso di soggiorno. I dati lo dicono chiaro, solo al 20% viene dato il permesso di soggiorno. Significa che la Bossi-Fini è una legge che crea clandestini", ha dichiarato il segretario dal palco di Latina durante la manifestazione "Fermiamo un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide", organizzata dallo stesso sindacato. Sulla Bossi-Fini ci sono numerosi ragionamenti in atto per superarla, ma non nella direzione che vorrebbe Landini. "Oltre a cancellare la Bossi-Fini c'è una cosa che si può fare domattina, una cosa molto semplice: riconoscere il permesso di soggiorno a chi è in cerca di occupazione perché questo gli darebbe il permesso di esistere", ha proseguito. Una proposta inapplicabile, come ben sa il sindacalista, perché darebbe il via libera all'ingresso a chiunque, regolarizzando di fatto l'immigrazione clandestina.

Quindi, ha proseguito snocciolando i numeri del lavoro sommerso, che è effettivamente un'emergenza, che nessun governo, di qualunque colore sia stato, è riuscito a debellare. "Sono 3 milioni le persone costrette a lavorare in nero in tutti i settori del nostro Paese. È ora di dire basta, è ora che i governi e le istituzioni smettano di fare gli struzzi e si agisca per applicare le leggi che ci sono e cancellare quelle balorde che hanno favorito questo sistema", ha detto Landini, che ha annunciato "una vera e propria vertenza per sconfiggere il caporalato, il lavoro nero e i morti sui lavoro".

Il sindacalista ha messo anche in discussione l'annuncio del premier per i 1.500 nuovi ispettori del lavoro: "Una buona notizia, ma come noto sono gli stessi numeri che girano da un po' di anni ed in ogni caso non sono sufficienti".

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