Nel nostro Paese non viene naturale considerare l'artigiano un imprenditore. Nei suoi riguardi prevale l'immagine della manualità. Una sorta di Geppetto del XXI° Secolo aggrappato al suo scalpello. Tuttavia l'artigiano è il soggetto che fa del proprio lavoro un'impresa. Certo piccola, ma attività imprenditoriale a tutti gli effetti. Per questo equivoco, l'artigiano ha pagato in termini di incomprensione dei decisori politici. Sempre e comunque fanalino di coda. Come se, invece, il contributo della categoria (micro e piccole imprese) non fosse un asse portante dell'economia. Parliamo, in modo particolare, di travagli sul terreno finanziario. Ho letto che a giugno 2025 il calo dei prestiti bancari alle imprese fino a 20 addetti è stato del 5% rispetto al 2024. Un trend negativo che va avanti da anni. Questo deficit non favorisce l'impegno delle realtà imprenditoriali che hanno in animo di attrezzarsi, anche a livello tecnologico, per reggere una competizione che non guarda in faccia nessuno.
Gli artigiani patiscono da sempre l'assenza di strumenti finanziari a loro dedicati. Adesso, le cose potrebbero prendere finalmente una piega diversa con il progetto della nuova Artigiancassa di cui è in corso l'iter che ne autorizza l'entrata in scena da parte della Banca d'Italia. Con questo intervento ci si propone di fornire prodotti finanziari per raggiungere un duplice scopo: l'ampliamento e lo sviluppo razionale delle imprese e la nascita di nuove realtà.
Inoltre e anche questo è importante il progetto intende puntare sulla relazione personale con i clienti artigiani attraverso gli Artigiancassa Point (ne sono previsti 200 in tutta Italia). Senza trascurare la modalità digitale. Tutto bene allora? Lo scopriremo nell'immediato futuro.info@pompeolocatelli.it