Milano - Non un libro di critica d’arte, ma il racconto dell’avventura esistenziale, la ricostruzione della cultura, delle amicizie, degli affetti di uno dei maggiori artisti italiani del Novecento, forse il più noto internazionalmente, con Lucio Fontana, tra quelli che hanno fatto il loro ingresso nel mondo dell’arte dopo il secondo dopoguerra.
Esce per Electa, promosso dalla Quadriennale di Roma, Burri, una vita, la prima biografia di Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995). Firmata da uno scrittore di lunga esperienza, Piero Palumbo, è il frutto di una ricerca durata questi due anni, alla quale ha collaborato l’Archivio Biblioteca della Quadriennale di Roma. Arricchito dai ricordi di tre autori che hanno avuto l’amicizia di Burri - Giovanni Carandente, Lorenza Trucchi, Gino Agnese - il libro raccoglie un centinaio di fotografie, molte inedite, con scatti d’autore a firma di Amendola, Loy, Mulas, che hanno frequentato l’artista in periodi diversi della sua vita. Una vita che fu proprio un’avventura, negli scenari africani di due guerre, sotto il cielo rosso del Texas, poi a Los Angeles, oltre che nella sua amatissima Umbria. Fino all’ultimo periodo sulla Costa Azzurra.
I documenti e le testimonianze fonti dell’opera compongono la figura di un uomo determinato, indocile e polemico, ma sorprendente per certa sua ironica innocenza. Emerge la tempra di un grande artista consapevole della sua opera eppura humilis. Un artista tra i più colti dei suoi anni, conoscitore perfetto di Piero della Francesca e di altri maestri del Quattrocento, cultore dei classici greci e sempre in cerca delle ultime novità librarie. L’opera avvia la correzione di un’anomalia. L’Italia è l’unico paese che, per quel che riguarda l’arte, ha finora trascurato il genere biografico. Diversamente negli Stati Uniti – per non dire di Francia, Spagna e Germania – le biografie sono nutrimento primario degli studi dedicati all’arte. Ultimamente è uscita, tra le altre, una biografia di De Kooning (che fu in cordialità con Burri durante il suo soggiorno romano), firmata da Mark Stevens e Annalyn Swan. E altrettanto recenti sono opere biografiche dedicate a Basquiat e ad Haring. Né sono rimasti senza racconto le vite di personaggi che ebbero ruoli decisivi nella determinazione delle scelte a cui approdò il contemporaneo, da Peggy Guggenheim a Leo Castelli. Alcune delle parti più importanti del libro sono tradotte in inglese.
Chiude il volume la sezione “Apparati”, con una cronologia delle mostre personali e delle principali mostre collettive, l’indice dei nomi e la bibliografia.
L’autore di “Burri, una vita”, Piero Palumbo, è stato redattore del “Giornale d’Italia”, per molti anni ha lavorato alla Rusconi Editore ed è stato articolista del “Tempo”, occupandosi prevalentemente di temi culturali. Ha studiato, tra l’altro, l’espressione musicale popolare del periodo tra le due guerre e ha collaborato a lungo con i programmi culturali della Rai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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