Lazio: da Gasparri a Veltroni, i big si sfilano

Roma - Date ma soprattutto uomini. Anzi donne. Quasi scontato l’election day del 28-29 marzo, nel Pdl e nel Pd impazza il totonomine per la scelta del miglior candidato per il Lazio: Renata Polverini, leader dell’Ugl, apprezzatissima da Gianfranco Fini, al momento in pole position. L’altro candidato potrebbe essere Luisa Todini, imprenditrice ed ex europarlamentare di Forza Italia, molto considerata da Berlusconi: «Sarebbe una scelta eccellente ma si complicherebbe la vita e non oso pensare quale assalto investirebbe le sue aziende», ha detto il premier. La Todini, infatti, è presidente della Todini Finanziaria e azionista di Todini Costruzioni, società che opera nel settore delle grandi infrastrutture con filiali in 12 Paesi. Quindi, parole del Cavaliere, «sarebbe eccellente anche la designazione di Renata Polverini (che ieri sera ha incontrato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ndr), brava professionista e ottima persona». Una sorta di investitura che non potrà non avere il suo peso quando si scioglierà definitivamente la riserva.
Un sondaggio della Crespi ricerche, tuttavia, ha rilanciato con forza le quotazioni dell’attuale ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, in grado di sbaragliare anche due big del Pd come Walter Veltroni (lo batterebbe con il 43%) e Ignazio Marino (vittoria con il 45%). Ma il ministro sta facendo molto bene al dicastero e le spiacerebbe lasciare il lavoro a metà. Sfumata l’ipotesi Gasparri («Io candidato? Sarei onorato ma non esiste»), qualcuno avanza quella della finiana di ferro Giulia Bongiorno. Sull’altro fronte, invece, è il caos. Veltroni sarebbe un nome di peso ma, visto che le primarie hanno consacrato la vittoria del bersaniano Alessandro Mazzoli, sarebbe strano «premiare» l’ex segretario. Per il resto è una corsa al rifiuto. Un «niet» sarebbe arrivato anche da Ignazio Marino, candidato sconfitto alla guida del Pd. «No grazie» anche da Nicola Zingaretti, che ha ribadito di preferire la guida della Provincia di Roma, e da Enrico Gasbarra, predecessore di Zingaretti. «Mai e poi mai» dall’europarlamentare David Sassoli.

Silenzio, per ora, dalll’ex ministro prodiano Giovanna Melandri e dall’eurodeputata Silvia Costa. E mentre qualcuno spara il nome di Deborah Serracchiani, il Pd pensa di dividersi anche sul metodo con cui scegliere il candidato: primarie o no?

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