La scomparsa di Ayyad era stata denunciata sabato sera. Negli ultimi anni, il giovane religioso aveva ricevuto ripetute minacce di morte da parte di persone non identificate che non apprezzavano la sua attività di missionario. Il premier deposto e leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, ha espresso «profondo dolore» per l’uccisione dell’esponente cristiano e offerto le proprie condoglianze alla famiglia della vittima. L’ufficio di Haniyeh ha pubblicato «una ferma condanna del crimine» e ha ribadito che al ministero degli Interni sono state date istruzioni precise affinché i responsabili vengano identificati e consegnati alla giustizia. «Siamo contro il ricorso alla violenza fra i palestinesi - ha affermato Haniyeh -, e anzi confermiamo che da noi le relazioni fra musulmani e cristiani sono molto strette. Facciamo parte del medesimo popolo e combattiamo assieme per la libertà». I rapporti fra cristiani e musulmani nella Striscia di Gaza sono generalmente buoni, e non sono peggiorati dalla presa di potere da parte di Hamas, a metà giugno.
In passato si sono registrati tuttavia alcuni episodi di violenza e lo scorso aprile una bomba aveva danneggiato gravemente l’edificio della Società della Sacra Bibbia, aperto dal 1999. L’attentato era stato rivendicato da un gruppo poco noto, “Le spade virtuose dell’Islam”, che voleva protestare a suo dire contro il proselitismo cristiano. Sul corpo di Ayyad, riferiscono i medici dell’ospedale di Gaza dove si trova ora il cadavere, sono presenti segni di percosse ed è chiaramente visibile una ferita d’arma da fuoco alla testa. «Crediamo che Rami (il nome di battesimo dell’uomo, ndr) sia stato assassinato a causa della sua fede cristiana», ha commentato un portavoce della Palestina Bible society alla quale Ayyad era associato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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