LeBron James, addio Cavs. Negli Heat giocherà con gli "amici" Wade e Bosh

In diretta tv nel prime time americano King James ha annunciato la sua scelta: dopo 7 anni lascia Cleveland per Miami. "Voglio vincere subito"

LeBron James, addio Cavs. Negli Heat 
giocherà con gli "amici" Wade e Bosh

Cleveland - Il Prescelto ha scelto. Di cambiare. In un annncio in diretta nel prime time americano su Espn LeBron James, il giocatore di basket più ammirato e più forte del mondo, ha scelto di lasciare i Cleveland Cavaliers. Dopo sette anni e nessun titolo vinto James, che aveva alla porta una fila di corteggiatori sterminata, ha guardato il cuore e lo spirito. Andrà ai (scassatissimi, fin qui) Miami Heat dove troverà due amici: Dwayne Wade e Chris Bosh. Altri due All Star. Se in panchina tornerà veramente il "maestro" Pat Riley allora gli Heat saranno davvero una squadra in lotta per l'anello. "Miami mi è sembrata la migliore opportunità per cominciare a vincere subito" ha detto King James comunicando in diretta televisiva all’America la sua decisione.

La sua storia Nato ad Akron, in Ohio, il 30 dicembre del 1984, LeBron è cresciuto senza sapere chi fosse suo padre (i media americani lo hanno individuato in un ex carcerato, Anthony McClelland, che non ha mai avuto rapporti con lui). È stato messo al mondo da Gloria James, una ragazza-madre di Akron rimasta incinta all’età di 16 anni, senza lavoro e a sua volta senza famiglia. "Non avevamo neppure una casa, ci sono state volte in cui mi svegliavo al mattino senza sapere dove avremmo passato la notte" ha confessato lei in More than a Game, il film-biografia che, profeticamente, è stato girato su Lebron dai suoi 8 ai suoi 18 anni. Quel bambino aveva qualcosa di speciale, ma non ce l’avrebbe fatta se non lo avesse notato Frankie Walker, un allenatore di football giovanile di Akron. Che convinse Gloria a lasciargli il piccolo LeBron affinché potesse frequentare regolarmente la scuola insieme ai suoi tre figli. E alle elementari LeBron scoprì il basket.

Il basket e il riscatto Era così bravo che grazie al suo talento potè approdare alla St.Vincent -St.Mary High School di Akron, la scuola diventata per lui casa, famiglia, carriera, successo. A distanza di dieci anni da allora, LeBron James è oggi il giocatore di basket più amato d’America. I tecnici si sono divertiti a "misurare" il suo Q.I. applicato al basket, ed è risultato di gran lunga il più alto della Nba. Miglior giocatore nel 2009 e nel 2010, vanta statistiche da brivido: una media di 29 punti a partita nell’arco di 7 anni, senza contare assist e rimbalzi. Ma dopo sette stagioni a Cleveland "King James" vuole ora il grande salto verso quel titolo che non ha mai vinto.

Fenomeno Gli episodi mirabolanti che hanno costellato la sua carriera sono stati a decine. Su tutti, vale questo: nel 2007 nella finale della East Conference contro i Detroit Pistons (poi vinta da Cleveland 109-107), James segnò 29 degli ultimi 30 punti, 25 dei quali nei due tempi supplementari. Più che un uomo-squadra, una squadra intera. Solo Michael Jordan prima di lui era stato capace di far vedere qualcosa di analogo. Non a caso è King James un modello di riferimento per lo stesso presidente Obama. È stato proprio Obama a rivelarlo.

Nel 2004, alla Convention democratica di Boston, l’allora sconosciuto Barack Obama si stava accingendo dietro le quinte a tenere il discorso più importante della sua vita quando i giornalisti, vedendolo così calmo, gli chiesero se non si sentisse emozionato. Lui, strizzando l’occhio, rispose: "No. Credo di saper giocare a questo livello. Chiamatemi LeBron".  

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