Lecce, un punto per la A e il riscatto di De Canio

Basta un punto, un misero punticino perché il sogno diventi realtà e una città intera possa esplodere di felicità. Lecce è pronta questa sera, nell’anticipo di B, a riassaporare il gusto dolce del calcio che conta: il ritorno in serie A dopo un anno di purgatorio tra i cadetti. Serve almeno un punto però, per staccare il biglietto con due giornate d’anticipo e la strada non sembra così in discesa perché allo stadio di Via del Mare alle 20,45 si presenterà un pimpante Cesena che, terzo in classifica, ha le stesse ambizioni dei salentini e, a differenza di loro, non si accontenta di un punto ma ne pretende tre per concretizzare lo stesso sogno.
Padrone del torneo per lungo tempo, il Lecce, in vetta dal 28 novembre ininterrottamente dopo la vittoria sul Grosseto (3-2) alla 16ª giornata e da solo al comando dal 13 febbraio dopo il pari interno col Modena, - virtualmente promosso per 2.632 minuti -, è l’unica delle tre grandi retrocesse (le altre due sono Torino e Reggina) che ha rispettato il pronostico che prevedeva l’immediato ritorno in A. Era questo l’imperativo categorico che il presidente Giovanni Semeraro aveva imposto ai giallorossi andando anche contro corrente e confermando come allenatore quel Gigi De Canio che, subentrato a Beretta nel marzo 2009, non era riuscito a salvare il Lecce dalla retrocessione. Una scelta che in molti, i tifosi in particolare, hanno accolto obtorto collo ma che, nel lungo termine, si è rivelata vincente perché proprio De Canio è apparso come la carta vincente che ha rivitalizzato un gruppo di giocatori delusi e senza stimoli.
Proprio lui, il tecnico di Matera che è sempre stato ai margini dei grandi club e che aveva assaggiato la serie A con Udinese, Reggina, Siena, sempre salvandole dal baratro della B (addirittura due volte consecutive i toscani). Una lunga storia iniziata nel 1988 come allenatore del Pisticci che l’aveva portato anche a scontrarsi con i poteri forti del calcio, con una certa aneddotica che sembra abbia visto Luciano Moggi lanciargli un anatema: non troverai più una panchina in Italia. Al punto che il buon De Canio il 27 ottobre 2007 viene chiamato da Flavio Briatore a guidare i Queens Park Rangers fino al maggio 2008. Ma questa sera tutti i bocconi amari potranno essere digeriti: i 34.000 tifosi si aspettano un punto per scatenare la festa.

Certo al Lecce mancherà il bomber Corvia, squalificato, ma c’è sempre il gemello Marilungo entrato nella storia per il millesimo gol del campionato di B; gli acciaccati abbondano; gente con le energie ridotte all’osso, pure, ma tutti toccano gli amuleti, a cominciare da De Canio. Basta un punto, un misero punticino, il Lecce non chiede di più e sa anche accontentarsi.

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