Nove bambini spariti improvvisamente, liste di extracomunitari con numeri che cambiano continuamente, rifugiati politici che rifugiati non sono, gente in fuga dalla guerra che dopo qualche accertamento risulta essere in Italia già da anni, 41 irregolari che non sono in grado di presentare nessun permesso. Laffaire degli sfollati di via Lecco si ingarbuglia ogni giorno di più. Soprattutto via via che, passata lemergenza e ricoverati sotto un tetto gli oltre 200 turbolenti occupanti, sono cominciati i controlli. Da una parte il sindaco Albertini che ribadisce il sospetto che dietro la sommossa ci siano stati centri sociali, sobillatori di professione, candidati sindaco in cerca di facile pubblicità e «purtroppo anche unistituzione». Per nulla velato il riferimento alla Provincia. Che, per bocca del presidente diessino Filippo Penati, continua a parlare di inevitabili «interventi umanitari».
Ieri pomeriggio, intanto, la riunione per fare il punto della situazione. Alla fine il resoconto di Tiziana Maiolo, assessore ai Servizi sociali di Palazzo Marino, non è dei più confortanti. «Il numero delle persone - spiega preoccupata -, continua a cambiare. Ora abbiamo tre cifre diverse: quella del censimento fatto dalla Questura in via Lecco, quella che risultava alla Protezione civile in via Barzaghi e quella che risulta sommando i diversi centri nei quali gli extracomunitari sono oggi ospitati». Magari la fretta, la situazione non proprio tranquilla. «Nulla di tutto ciò. Anzi, cose preoccupanti come il fatto che al conto oggi mancano i bambini». I bambini? «Sì. Quando erano in via Lecco li facevano dormire al gelo della notte, oggi non ce ne sono più». Accuse pesanti. «Cè una coppia, marito e moglie, che risultava avere cinque figli di cui un neonato. Ora marito e moglie sono in via Pucci, ma quelli che dicevano essere loro figli non ci sono più. Chiaro che hanno fatto dormire apposta i bambini per strada». Altro? «Il numero dei rifugiati politici. Una cifra che continua a scendere. Il sindaco alla fine ha parlato di solo quindici. A me oggi ne risultano appena nove. Gli altri hanno solo un permesso umanitario. Significa che arrivano da Paesi dove cè o magari cera la guerra. Il che significa che non rischiano nulla personalmente, ma che gli si deve un semplice permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ovviamente a termine, solo per un anno. Ma dai controlli risulta che qualcuno di loro è qui da due anni, altri di più.
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