Anche se mancano tre anni, la Lega lombarda non molla: la Regione deve restare al Carroccio. Il direttivo regionale, all'unanimità, ha dato mandato al segretario Massimiliano Romeo di insistere affinché la Lombardia non passi a Fratelli d'Italia. La richiesta anticipata dei meloniani ha messo in difficoltà non solo la Lega che per connotazione storica ha la necessità di mantenere le Regioni che governa, soprattutto al Nord, ma anche chi amministra Palazzo Lombardia e ha davanti ancora tre anni. L'auspicio è veder riconosciute le specificità del partito al di là dei numeri, un po' come fece Silvio Berlusconi lasciando la Lombardia a Maroni nel 2013.
Intanto il Carroccio ha iniziato a mettere la testa anche sulle elezioni comunali, quando andranno al voto anche Lecco e Mantova. L'obiettivo è tornare a vincere anche nelle città, oggi praticamente tutte amministrate dal centrosinistra. Dopo la due giorni di settembre in Valtellina, una sorta di "ritiro" calcistico a cui hanno partecipato anche i ministri lombardi, la Lega replicherà l'appuntamento in via Bellerio a metà novembre, questa volta coinvolgendo i parlamentari. Nel frattempo i gazebo del Carroccio saranno nelle piazze per raccogliere firme per la Carta della Lombardia presentata a Pontida, un documento che contiene una serie di richieste - dal "no" alla centralizzazione dei fondi di coesione alla libertà di spesa delle risorse del fondo sanitario - per avere più autonomia da Roma. Argomenti su cui si batte da mesi anche il governatore Attilio Fontana che al federale di martedì ha ribadito al segretario Matteo Salvini che lui non ha niente contro il generale Roberto Vannacci, ma che la Lega è solo una e non si può né sdoppiare né snaturare. Il punto su cui Fontana non arretra è il posizionamento del Carroccio. Ben vengano altre componenti, anche più a destra, ma la Lega deve restare il partito dei territori. Il governatore ha insistito anche sulla questione settentrionale e sulla rappresentanza dei ceti produttivi che sono moderati e preferiscono una politica pragmatica e meno urlata. Qualcosa si muove anche per l'autonomia. Tra qualche settimana, sottolinea Romeo, la Lombardia "firmerà con il governo la prima pre intesa su protezione civile, professioni, previdenza complementare e integrativa e la parte della sanità che interessa il coordinamento della finanza pubblica". Otto anni dopo il referendum, "i primi risultati stanno arrivando.
Ma siamo solo all'inizio - conclude Romeo -. La legge sulla definizione dei Lep ha già iniziato il suo iter parlamentare al Senato e, una volta completato, le intese regionali potranno riguardare tutte le 23 materie elencate nell'articolo 117 della Costituzione".