«Non è un attacco personale allarcivescovo di Milano». Ci tiene a precisarlo il capogruppo della Lega Nord a Palazzo Marino Matteo Salvini che, ieri mattina insieme con altri colleghi del «Carroccio» ha distribuito volantini davanti a un centinaio di parrocchie di Milano e provincia. Duomo compreso. «Vogliamo solo far presente al cardinale Dionigi Tettamanzi che, va bene la solidarietà, ma Milano ha già dato tutto quello che poteva ai rom - spiega Salvini -. La chiesa dovrebbe preoccuparsi di chi ha davvero bisogno, come donne e anziani, e non di balordi che non rispettano la legge, non vogliono integrarsi e rifiutano qualsiasi offerta di aiuto».
Intorno alle 10, davanti a venti chiese della città e cento della provincia, i militanti della Lega hanno organizzato altrettanti banchetti. Muniti di volantini, manifesti elettorali che ribadivano lo slogan «Loro non hanno potuto mettere regole allimmigrazione e ora vivono delle riserve» (il riferimento è agli indiani Sioux) e bandiere di Milano. «Liniziativa ha avuto molto successo - racconta Salvini -. Ovviamente non tutti erano daccordo con noi, ma i cittadini hanno dimostrato interesse».
Tutto è nato dalle parole dellarcivescovo di Milano Tettamanzi che, allindomani dello sgombero di alcuni campi rom abusivi della città, aveva criticato il Comune. «Il nostro non vuole essere un affronto personale - precisa Salvini - vogliamo solo far capire al cardinale che è tempo perso parlare di diritti umani riferendosi a persone che non hanno alcuna intenzione di integrarsi e che hanno fatto una scelta di vita delinquenziale». A pensarla così sono numerose persone vicine alla chiesa. «Ho parlato con moltissimi parroci e moltissime suore - conferma Salvini - sono i primi a dire che va bene la solidarietà, ma è necessario porre limiti precisi. Noi stessi siamo cattolici e agiamo da cattolici, tanto è vero che ci stiamo battendo contro la repressione cinese in Tibet.
Il prossimo passo è previsto oggi. «Chiederò un incontro formale con larcivescovo - annuncia Salvini - voglio spiegargli che non abbiamo nulla contro di lui».