Sono davvero sconcertato dall'ipotesi che la Lega Nord, in occasione delle elezioni che si terranno a marzo nel Municipio Centro-Ovest, presenti un proprio candidato alternativo a quello designato dal Pdl.
Una simile scelta, che io giudico dissennata e priva di reali motivazioni che non siano la ricerca esasperata di visibilità, non solo rischia di compromettere qualsiasi possibilità di vittoria a livello locale (dopo la storica caduta, primo caso a Genova, di un fortino «rosso» dall'alto significato simbolico, come sottolineato qualche giorno fa dal commento di Massimiliano Lussana), ma rischia di essere un vero e proprio boomerang anche per la concomitante campagna elettorale per le regionali: questo dopo che sabato il ministro Claudio Scajola ha elogiato la Lega Nord, che in Liguria (finora aggiungerei) si è sempre dimostrata un alleato leale e fedele.
Ritengo che alla fine, malgrado le forti divergenze programmatiche venute a galla durante l'ultimo biennio (su temi quali il mantenimento o meno dell'ospedale Scassi, il ripristino della linea 32, la gronda di Ponente) il Pd e Rifondazione comunista si presenteranno di nuovo insieme a Sampierdarena e San Teodoro, mentre gli elettori di centro-destra rischiano di trovarsi costretti a scegliere tra due candidati senza sapere il perché, forse solo per il puntiglio delle segreterie di partito. La Lega, infatti, a parole intende condurre una campagna elettorale aggressiva, ma è nelle istituzioni (il luogo in cui veramente si fa Politica) che occorre dimostrare di essere incisivi, elaborando proposte concrete, e nel Municipio del quale ho fatto parte nell'ultimo biennio non sempre ciò è avvenuto.
Non si può non riconoscere alla Lega un'innegabile capacità di intercettare e «cavalcare» gli umori della gente, senza aver paura di «sporcarsi le scarpe» (come dimostra la mobilitazione per la moschea al Lagaccio), ma occorre anche constatare come la dirigenza locale del partito, forse per lucrare qualche consenso, preferisca restare relegata all'opposizione, senza approntare un programma realistico per amministrare il territorio.
Certo, se questi erano i presupposti, anziché gridare «al voto al voto», i coordinatori del Pdl avrebbero potuto credere con maggiore convinzione nell'opportunità (e nella reale fattibilità) del tentativo di dar vita ad un'altra maggioranza nel Municipio Centro-Ovest, anziché assecondare (o contrastare in modo troppo «morbido») chi ha cercato ogni modo di sabotare quest'operazione di buonsenso, anteponendo il proprio io e la propria ambizione agli interessi del territorio e del partito di appartenenza.
Continuo comunque a credere che l'ipotesi che la Lega si impunti e voglia a tutti i costi presentare un proprio candidato sia troppo assurda per essere vera, ma nel caso così dovesse essere, sarebbe fondamentale dimostrare la massima fermezza, tenendo il punto sul candidato votato dal direttivo del Pdl.
In questo caso, credo che a Sampierdarena risulterebbe ancor più innaturale e contraddittoria l'alleanza con la sinistra decisa dell'Udc: l'on. Casini, infatti, ha sempre sostenuto pretestuosamente che sono impossibili accordi in questa parte del Paese in quanto il Nord è stato appaltato alla Lega per l'eccessiva accondiscendenza del Pdl.
Come potrebbe spiegare l'Udc locale di volersi alleare con Rifondazione comunista e Verdi anziché con il solo Pdl, anche laddove il ricatto della Lega viene orgogliosamente respinto al mittente?
*ex consigliere Pdl Municipio Centro-Ovest
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