Roma«Obbedisco». Se persino Umberto Bossi, amatissimo e incontestato leader della Lega Nord, trova che il sindaco di Adro, Danilo Oscar Lancini, abbia esagerato nel decorare la nuova scuola con centinaia di simboli con il Sole delle Alpi, marchio del partito, allora al primo cittadino non resta che riconoscere il proprio errore.
«Se Bossi mi chiede di togliere i simboli non aspetterò il giorno dopo per farlo», sembra cedere Lancini, che anche davanti alla richiesta del ministro dellIstruzione, Mariastella Gelmini, aveva invece ribadito la ferma volontà di non cancellare la rosa celtica a lui tanto cara da tappetini, aule, banchi e lavagne.
Ma questa storia evidentemente alla Lega sta provocando più imbarazzo che beneficio, soprattutto dopo lintervento della Gelmini che aveva sollecitato la rimozione dei numerosi simboli padani perché «possono sembrare marchi di partito e dunque creare equivoci». Via il Sole delle Alpi aveva chiesto la Gelmini. Ma il sindaco aveva risposto picche, visto che oltretutto quello del ministro era un invito e non un ordine.
Bossi interpellato sulla questione osserva che «il sindaco forse ha messo troppi simboli, uno solo bastava». Insomma il leader leghista non condivide il principio espresso chiaramente dalla Gelmini, ovvero niente simboli: né tanti, né uno solo. Bossi in realtà si limita a evidenziare lesagerazione. Una condanna sì, ma soltanto a metà. Come quella del ministro dellInterno, un altro leghista di ferro, Roberto Maroni. «Condivido le parole di Bossi. Intitolare la scuola a Miglio è stata una grande idea ma io mi sarei fermato lì - dice Maroni -. Miglio vuol dire già tutto». E pure per il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, è tutta una questione di misura. «Il sindaco di Adro di Soli delle Alpi ne ha messi troppi - dice Calderoli -. È un simbolo legato alla nostra identità uno era giusto, 700 sono troppi».
A questo punto Lancini comincia a capire di aver esagerato ma non sente di dovere fare una completa marcia indietro. «Prima di essere sindaco sono un militante della Lega Nord e devo la fedeltà al movimento - dice Lancini -. Se Bossi mi dice togli i simboli lo faccio, ma allora vanno tolti anche dal municipio dove ci sono da centinaia di anni».
Il sindaco si sente appoggiato dal suo partito e assicura di non aver ancora ricevuto la famosa lettera inviatagli dal ministro Gelmini. Come a dire insomma che sì, i simboli verranno rimossi, ma difficilmente si comincerà a farlo da oggi. E soprattutto che se verranno rimossi lo si farà perché lo chiede Bossi, leader del partito, e non a seguito della richiesta della Gelmini, ovvero del governo. È chiaro che per la Lega il sindaco ha sbagliato ma soltanto dal punto di vista quantitativo non in linea di principio e dunque la questione appare tuttaltro che chiusa.
E intanto ci sono quasi duecento famiglie che hanno chiesto lintervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché faccia rimuovere il marchio dalla scuola. Molti minacciano di ritirare i figli se non verranno presi provvedimenti. Preoccupato pure il parroco di Adro, don Gianmaria Fattorini. «Si sta esagerando da entrambe le parti - dice il religioso -. Sia chi se ne sta approfittando del posto di potere dato loro dalla maggioranza della popolazione sia le minoranze politiche che non perdono occasione per dar loro contro».
Pure lopposizione continua a cavalcare la polemica. Dopo il Pd tocca allItalia dei Valori. Luigi De Magistris, leurodeputato Idv, accusa la Gelmini di essere intervenuta «fuori tempo massimo» mentre il senatore Stefano Pedica promette con eleganza di regalare alla Gelmini «la carta igienica con il simbolo della Lega» chiedendone anche le dimissioni.
Per il momento la Gelmini ha deciso di non lanciare altri segnali. «Sulla scuola di Adro abbiamo già preso posizione e non ho nulla da aggiungere», dice il ministro che ha già incassato il sostegno di tutto il Pdl e pure dei finiani per la sua richiesta di rimuovere i simboli.
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