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La Lega lancia lo sciopero dell’aria «Non prendete i voli dell’Alitalia»

Come la Nestlè, la Coca Cola e tutte le aziende diventate nemiche giurate dei consumatori per crimini etici più o meno gravi. Adesso sul banco degli imputati è Alitalia, colpevole di voler lasciare a terra o comunque complicare molto la vita ai cittadini del Nord che poi sono coloro che comprano la maggior parte dei biglietti. È la Lega a proporre il boicottaggio della Lombardia, invitando i cittadini a non comprare più biglietti della compagnia di bandiera. «L’obiettivo è accelerare l’addio di Alitalia a Malpensa» spiega Davide Boni, che punta molto sull’iniziativa. La settimana scorsa, l’assessore al Territorio aveva già proposto ai dipendenti del Pirellone di non usare più Alitalia per i propri spostamenti. Adesso il rilancio, con un vero e proprio sciopero del volo.
Le prime informazioni raccolte dai sindacati durante gli incontri parlano di centocinquanta voli soppressi al giorno su Malpensa, i cosiddetti voli di feederaggio, ovvero quelli che alimentano i 17 voli intercontinentali che il piano intende tagliare. Insomma, un declassamento pesantissimo da hub a aeroporto regionale. Il governatore Roberto Formigoni, in prima linea nella battaglia per Malpensa, non sponsorizza il boicottaggio ma sottolinea che saranno i fatti a penalizzare Alitalia: «Improvvisamente i passeggeri di Malpensa si troveranno con 150 voli in meno, voli che erano sempre pieni di gente che volava! Certamente questa gente non andrà a Roma, ma non per ripicca, perché è scomodo! La gran parte delle rotte business intercontinentali passano per il Nord, così i lombardi dovranno andare a Londra, Parigi, Francoforte. Impareranno gli indirizzi e riportarli indietro non sarà semplice». La conclusione è un atto d’accusa alla compagnia italiana e al governo: «Alitalia, con l’esecutivo che sta dietro questa scelta, danneggia se stessa, il proprio core business, il Nord, i cittadini, e l’Italia. Perché anche gli stranieri disimpareranno la via dell’Italia».
Formigoni chiede a Alitalia di pronunciarsi ufficialmente prima possibile, già al cda del 7 settembre: «Basta con i giochetti, ci dicano quali sono le 150 rotte e a partire da quando non ci saranno più. È un taglio molto, molto rilevante, una penalizzazione fortissima. E dobbiamo metterci al lavoro per contrattare e chiudere gli accordi con altre compagnie. Vedremo chi potrà sostituire Alitalia, se una società che fa di Malpensa il suo secondo hub o una società al 50 per cento investitori portati da Regione Lombardia e al 50 per cento da una compagnia internazionale. Due grossi investitori ci hanno già garantito la propria disponibilità».
Protesta anche An. «Una scelta tanto ingiusta quanto paradossale.

Mortificare Malpensa a vantaggio dello scalo di Fiumicino è l’ennesimo schiaffo ai cittadini del Nord. Una situazione ancor più paradossale se consideriamo che Malpensa è davvero uno scalo d’avanguardia che non ha nulla da invidiare a Fiumicino» osserva il capogruppo di An in Regione, Roberto Alboni.

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