«Lega leale, come sempre e prenderemo la Provincia»

«La festa per la vittoria è solo rimandata di due settimane». Il ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini, che prima di entrare al governo ha passato il testimone del coordinamento regionale di Forza Italia proprio a Guido Podestà, non ha il minimo dubbio che al ballottaggio il candidato del Pdl strapperà la Provincia allo sfidante Filippo Penati.
Al primo turno però non è andata, non è preoccupata?
«Non abbiamo vinto subito ma faccio presente che in appena un mese e mezzo Podestà è riuscito a dare dieci punti di distanza al presidente uscente, che oltretutto aveva cominciato a fare campagna elettorale da molto più tempo e ha avuto cinque anni di tempo per farsi conoscere. Questo risultato quindi è la prova più evidente che la gente ha bocciato senza riserve la giunta Penati, è il fallimento della sua politica. Il ballottaggio non ci spaventa».
Ora diventa determinante l’appoggio della Lega. Ci sarà?
«Da parte del Carroccio ci aspettiamo la lealtà di sempre, e del resto Podestà è candidato del Pdl ma anche espressione della coalizione di governo».
Eppure, col referendum il 21 giugno avevano già minacciato di sfilarsi...
«Non accadrà, Silvio Berlusconi ha parlato con Umberto Bossi lui ha già confermato che il sostegno della Lega ai candidati non mancherà (ieri sera ad Arcore la Gelmini ha partecipato a una cena con il premier e il senatur, ndr)».
Al di là della sfida Penati-Podestà, come valuta il risultato del Pdl?
«Piu che positivo, specie considerando la campagna di veleni che la sinistra ha scelto di creare attorno al presidente del Consiglio. Ma Berlusconi ha ottenuto un voto personale straordinario, più di due milioni di preferenze alle Europee, segno che la gente non ha creduto alle bugie dell’opposizione».
E in Lombardia?
«Anche qui, come in Veneto, il Pdl si conferma il primo partito. Governiamo in sedici regioni su venti, e anche in territori tradizionalmente di centrosinistra come le Marche e l’Umbria. È un risultato elettorale straordinario, soprattutto se confrontato con gli altri partiti dei governi europei che hanno perso consensi. È la prova che le riforme portate avanti dal governo Berlusconi sono gradite ai cittadini».
Qualche sorpresa sul territorio?
«I risultati positivi a Bergamo, Monza, Brescia erano attesi, ma abbiamo vinto anche in Province che erano meno scontate perché il centrosinistra era più radicato, penso a Lecco, Lodi, Cremona. Eppure, trovo strani certi atteggiamenti».
Quali?
«Quelli del centrosinistra, che esulta anche se ha perso sette punti percentuali rispetto soltanto alle politiche di un anno fa. È scesa dal 33 al 26 per cento, anche se è all’opposizione, ed è noto che è molto più difficile ottenere consensi stando al governo».
Per vincere al ballottaggio in Provincia, ci sono temi su cui dovrete insistere, che forse non sono arrivati?
«Intanto, ribadisco che il secondo turno non ci preoccupa e che da domani (oggi, ndr) saremo al lavoro per Podestà presidente.

Poi, useremo i prossimi quindici giorni per far conoscere ancora meglio il nostro candidato, non cambieremo il programma ma insisteremo su quello che abbiamo ribadito in questi mesi: l’attenzione alla sicurezza, all’ambiente, all’aumento delle infrastrutture e ad una gestione oculata e “risparmiosa” delle risorse».

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