Politica

La Lega: test del Dna per i sospetti terroristi

Perplessità anche da Forza Italia e An. Gargani: no al prelievo forzoso di saliva e capelli. Anedda: è tutto da valutare. Non si è parlato, invece, dell’ipotesi di sospendere il trattato di Schengen

Adalberto Signore

da Milano

«Spero che il Consiglio dei ministri di venerdì possa approvarlo definitivamente». Al termine della riunione alla Camera con i «saggi» della Casa delle libertà, Roberto Castelli spiega di aver già messo a punto il pacchetto antiterrorismo della Lega che «entro domani sera» (oggi per chi legge, ndr) potrebbe essere tradotto «in un articolato di legge» da mettere «al più presto» sul tavolo di Berlusconi. Insomma, secondo il ministro della Giustizia, «c’è tutto il tempo e lo spazio per portarlo venerdì al Consiglio dei ministri». E - aggiunge Roberto Calderoli - se sarà necessario, «vista l’eccezionalità del momento», per la conversione del provvedimento «i parlamentari verranno a votare anche ad agosto».
In verità, la questione appare un po’ più complessa. Perché se è vero che Castelli dice di aver «ottenuto un consenso di massima sulle questioni più importanti» (anche se, aggiunge, «gli alleati si sono riservati di valutarle a livello di segreterie»), non tutti i partiti della Casa delle libertà sembrano essere così entusiasti del pacchetto proposto dal Carroccio. Prima fra tutti l’Udc che ieri ha addirittura disertato la riunione.
Le misure della Lega. Il pacchetto presentato dal Guardasigilli prevede in primo luogo l’istituzione di una Procura nazionale antimafia e antiterrorismo (Pnaa) e la creazione di una polizia ad hoc che agisca per conto della Pnaa. Il Carroccio, poi, insiste molto sulla necessità di espellere chiunque sia solo sospettato di attività terrorostiche. Un’indicazione, questa, arrivata direttamente da Umberto Bossi («su questo punto, niente incertezze», aveva detto lunedì ai suoi riuniti a via Bellerio). «Il ragionamento che facciamo - spiega il sottosegretario alle Attività produttive Roberto Cota - è semplice e parte da una distinzione fondamentale, quella tra cittadini e non cittadini. Insomma, non è accettabile che per assicurare ai non italiani tutte le garanzie possibili si arrivi alla conseguenza che gli italiani sono costretti a vedere limitati i propri diritti e le proprie libertà. Così come gli extracomunitari entrano in Italia a determinate condizioni, non vedo lo scandalo a chiedergli di lasciare il nostro Paese qualora non rispettino alcuni requisiti». E quindi, l’espulsione. Ma nel pacchetto c’è pure il test del dna obbligatorio per tutti i sospetti attraverso il prelievo forzoso di capelli e saliva, l’estensione della legislazione antimafia e sui pentiti anche al terrorismo islamico, un maggior monitoraggio delle conversazioni telefoniche e delle comunicazioni online e un potenziamento dei controlli dei finanziamenti al terrorismo.
Schengen. Dal pacchetto del Carroccio, invece, è uscita la proposta di sospendere temporaneamente il trattato di Schengen. «Sapevo che su questo punto non c’era condivisone - dice Castelli - e quindi siamo passati oltre». Anche se, ribadisce Roberto Maroni, l’idea «non è folle», visto che pure la Francia ha deciso in questo senso. «La Lega - spiega il ministro del Welfare - riproporrà la questione in Consiglio dei ministri e se il governo deciderà di non attuarla lo accetteremo con rammarico».
I «saggi». Dalla riunione, però, al di là del coro di critiche arrivato dal centrosinistra, escono posizioni non certo omogenee. Castelli precisa che «sottoponendo prima le misure agli alleati» ha fatto «un’azione di fair play», perché avrebbe potuto «presentare un pacchetto e portarlo direttamente in Consiglio dei ministri così come ha fatto Pisanu». Ma se Gianfranco Anedda, «saggio» di An, si limita a dire che il pacchetto «è tutto da valutare» e «ci sono norme di una certa forza a cui abbiamo detto “no”», Giuseppe Gargani, «saggio» di Forza Italia, è ancora più netto. Il responsabile Giustizia azzurro, infatti, boccia senza appello la Pnaa, l’istituzione di un corpo di polizia ad hoc e il prelievo del Dna, mentre è favorevole all’espulsione dei sospetti («che - precisa - è una proposta già contenuta nel pacchetto Pisanu»). Forse si farà un po’ di chiarezza oggi, se sarà confermata la riunione sulla sicurezza tra Berlusconi e i ministri competenti.
L’Udc. Ancora più rigida, invece, è la posizione dei centristi. La responsabile Giustizia Erminia Mazzoni, infatti, ha disertato il vertice («è una riunione di saggi - se la rideva in Transatlantico Bruno Tabacci - e noi dell’Udc siamo piuttosto scriteriati...») e solo per qualche minuto si è affacciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi («gli ho consegnato il testo delle mie proposte», dice Castelli). Qualche ora dopo, ci ha pensato una nota della segreteria dell’Udc a chiarire la situazione. «Il partito - si legge nel comunicato - attende con fiducia il varo delle misure antiterrorismo prospettate da Pisanu. Tutte le altre proposte saranno valutate nella sede più giusta, in Parlamento».

«Trattative politiche sulla lotta al terrorismo - è la lapidaria conclusione della nota - sarebbero semplicemente improprie».

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