La Lega vuol chiudere San Vittore: "Al posto delle celle la biblioteca"

Il Carroccio: «Milano è la capitale carceraria d’Italia con tre istituti di cui il Comune paga le spese. Il polo culturale si finanzierebbe da solo»

Chiudere San Vittore e trasformarlo in un polo culturale. Magari proprio la Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura di cui si è tanto parlato sulla carta. Al grido di un milione di libri - quanti dovrebbe ospitare la Beic - al posto di 1600 detenuti, quelli rinchiusi a San Vittore. «Attenzione, però questa volta non si tratta di mastodontici progetti come la Cittadella della Giustizia impossibili da realizzare - avverte Matteo Salvini europarlamentare e capolista del Carroccio alle Comunali - ma di un progetto semplice e veloce da realizzare, e sostenibile economicamente».
Ieri il Carroccio ha lanciato il progetto elaborato dal gruppo di lavoro sull’Urbanistica coordinato dall’architetto Marco Giachetti, che ha già firmato la proposta di riqualificazione della Darsena. «Milano è la capitale carceraria d’Italia» la premessa. «In città abbiamo tre carceri San Vittore, Opera e Bollate e il minorile Beccaria. Non si capisce perché - attacca Salvini - Milano debba farsi carico di tutte queste strutture, di cui il Comune paga parte della manutenzione. È un dato che non si addice alla città dell’Expo». A San vittore sono rinchiusi 1600 detenuti, cui si aggiungono 1300 a Opera e 1100 di Bollate.
Il Carroccio in collaborazione con il presidente di Italia Nostra Lombardia ed ex assessore ai Trasporti del Comune (giunta Formentini) Luigi Santambrogio e il presidente di Italia Nostra Milano Marco Parini rispolvera una vecchia idea dell’associazione che prevedeva di trasferire nella casa circondariale, firmata nel 1872 da Francesco Lucca, la Sormani. Il carcere, che si ispira al modello settecentesco del «panopticon», ovvero della struttura a raggi, è vincolato dalle Belle arti, come tutta la zona intorno - le case non possono superare in altezza le mura per ragioni di sicurezza. Così non è per gli edifici e le strutture carcerarie costruite in seguito e per la cinta muraria. L’idea sarebbe quella di abbattere le mura, piantare alberi su tutta l’area e ristrutturata l’edificio a raggiera per restituirla ai milanesi. Ma cosa dice il pgt a proposito? Nel piano l’area è già considerata un ambito di trasformazione urbana, mentre si parla genericamente di una destinazione d’uso pubblica e culturale. La biblioteca risponde a queste caratteristiche. Lo spazio è la stesso, o meglio, la metratura prevista - 80mila metri quadrati - per il grandioso progetto della Biblioteca di porta Vittoria che non è mai partito per mancanza di fondi - costo stimato 240 milioni di euro - è lo stesso della csa di reclusione. Anche l’ubicazione sarebbe perfetta: «San Vittore si trova in una delle zone più affascinanti di Milano a due passi dall’Università Cattolica, al museo della Scienza e della Tecnologia, di Santa Maria delle Grazie e Sant’Ambrogio. Inoltre è ben servita dai mezzi e dalla linea 2 del metrò».
Costo? «Secondo le stime che Italia Nostra fece quando propose il trasferimento della Sormani - spiega Marco Giachetti - la ristrutturazione dell’edificio originale dovrebbe aggirarsi sui 100 milioni di euro. L’area di Porta Nuova dove sarebbe dovuta sorgere la Beic, è vincolata a destinazione pubblica. Tramontato il progetto l’area però diventa edificabile, per un valore di circa 60 milioni di euro.

A questi si aggiungono 30 milioni di euro già stanziati dalla Comunità europea come contributo per la Beic. Trasferito il carcere anche l’area di piazza Filangieri diventerebbe edificabile: con il ricavato della vendita dei diritti volumetrici si potrebbe finanziare tutto il progetto a costo zero per Palazzo Marino».

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