La Lega prepara gli emendamenti alla manovra e scalda i motori per laula di Montecitorio. Le misure anticrisi di Monti non piacciono al Carroccio. La linea resta quella espressa da Umberto Bossi: il decreto è «tutto da buttare», tuonava lunedì il Senatur. Ma al quartier generale padano non vogliono offrire la sponda al Professore per «giustificare» il ricorso al voto di fiducia. Per questo la Lega lavora a poche proposte di modifica. In realtà, in commissione il Carroccio si prepara a dare battaglia. In quella sede non è previsto un tetto agli emendamenti e non è escluso il ricorso allostruzionismo. Ma per laula, le proposte di modifica «non saranno più di 15». La Lega per la discussione in Assemblea punta a un pacchetto snello di «emendamenti-manifesto» per tenere alta la bandiera delle posizioni storiche del Carroccio. Non è escluso che tra queste proposte di modifica possano nascondersi «trabocchetti» per gli alleati del Pdl. Tra i padani resta alta la tensione per il capitolo pensioni. «Lo stop allindicizzazione è una vergogna - sentenziano uomini vicino a Bossi - e le lacrime della Fornero lacrime di coccodrillo che fanno inca...re il Nord più di quanto non lo sia già». Ma le note dolenti non si fermano alle pensioni. «Il prelievo sui capitali scudati - si discute in un capannello di parlamentari leghisti - suona davvero come una presa in giro: non si possono tassare capitali fatti rientrare in passato». La retroattività, poi, «difficilmente sarà esigibile», avvertono.
Altro boccone amaro da mandar giù, la «sforbiciata» alle Province con un numero di consiglieri fissato a dieci. «Non si fa differenza tra province di diverse dimensioni», sottolineano alcuni parlamentari. «Lo capisce anche un bambino ma a quanto pare non ci è arrivata una squadra di professori.
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