Abolire Ecopass e «cambiare registro» sulle multe, perché «i milanesi sono stati già fin troppo penalizzati». Una stoccata alla tolleranza zero e alle sanzioni a strascico sponsorizzate dal vicesindaco Riccardo De Corato, a cui i lumbard vogliono soffiare il posto. I leghisti si sono raffinati. Presentano la lista per le comunali in un bistrot dell’Isola e tra i 48 candidati non mancano il pensionato, l’operaio, il precario, ma ci sono pure medici e designer. E ci tengono a sottolineare che gli appelli al Carroccio per un cambio di marcia sotto la Madonnina non arrivano più (solo) dagli inquilini delle case popolari, dove i colonnelli di Bossi hanno sempre riscosso successo, ma pure da «esponenti della Borsa, dal mondo della finanza e dell’architettura». Il capogruppo e ora capolista Matteo Salvini non ha dubbi: «Alle comunali faremo il botto», dal 4% del 2006 al 14 delle regionali l’anno scorso c’è già stata una crescita esponenziale, e per la sfida a Palazzo Marino contano di strappare voti non solo a sinistra anche tra i delusi del Pdl. Perché «Milano resta una città di centrodestra ma forse la Moratti e i nostri alleati non sono sempre riusciti a soddisfare le esigenze degli elettori e a noi non manca quell’energia che invece fa difetto a qualcuno». I cavalli di battaglia del resto restano very popular, come calare le multe e non far più pagare l’ingresso nella Cerchia a chi inquina. Mentre sia Letizia Moratti che il candidato del Pd Giuliano Pisapia concordano sul rafforzamento di Ecopass, la Lega ribadisce che il test «per noi è finito, niente ticket ma centro chiuso a tutte le auto con una tariffa unica per i taxi e mezzi pubblici potenziati. Ne stiamo già parlando anche con i rappresentanti di commercianti e artigiani, anche quando era sindaco il leghista Formentini via Dante pedonale sembrava una bestemmia, ora nessuno tornerebbe indietro. Il centro va restituito ai milanesi». E Salvini che è in pole per il posto da vicesindaco ne infila un’altra contro De Corato, paladino delle ordinanze sul coprifuoco: «Se i primi 5 anni della Moratti sono serviti ad arginare situazioni di emergenza, questa stagione è finita, la prossima giunta traghetterà Milano verso l’Expo 2015 e se vogliamo accogliere milioni di turisti da tutto il mondo la città ora deve volare, essere aperta alla movida e al divertimento giorno e notte. Del resto dove c’è vita c’è anche sicurezza». Non è un caso che il Carroccio schieri ai primi posti della lista tre under 40, dopo Salvini (38 anni) ci sono l’assessore Alessandro Morelli (33) e il segretario provinciale Igor Iezzi (36). Un candidato della zona 1, Cesare Taddei, compirà 18 anni solo una settimana prima del voto e dovrebbe essere il più giovane in corsa. E Salvini che non si sbilancia sul futuro da vice («non abbiamo ancora affrontato la questione, aspettiamo di vedere i voti dei milanesi») sottolinea che il partito esce dall’amministrazione con un solo consigliere e un assessore e punta a piazzare almeno dieci esponenti, «3-4 posti in giunta, 6-7 in aula». Tra le deleghe più ambite, non sorprende vista la svolta, ci sono quelle «ai Giovani, alla Cultura, allo Sport». Oltre alle politiche sociali, anche se la scorsa settimana la Moratti ha praticamente blindato l’assessore in carica Mariolina Moioli che si ricandida nella lista civica «Milano al centro». Ma il braccio di ferro è aperto, «pensiamo a vincere, ma ci arrivano decine e decine di richieste per un cambio di direzione su come vengono gestiti i fondi nel sociale, anche dal mondo delle associazioni». Solo 12 le leghiste in lista «il 25%, non siamo appassionati alle quote rosa».
E sempre per catturare gli under 30, Iezzi ha anticipato che per la prima volta sarà Milano ad ospitare la Festa nazionale dei Giovani padani che si terrà dal 28 aprile al primo maggio in piazza del Cannone. E «il ministro dell’Interno potrebbe presentarsi in una veste insolita per Milano», Roberto Maroni in versione tastierista dovrebbe esibirsi con la sua band «Distretto 51».
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