«Legalizziamo il burqa in Italia» La proposta del Pd fa subito flop

Il Pd vede doppio. Questione di velo, che offusca la vista oltre che la faccia. Già perché ieri in commissione Affari Costituzionali di Montecitorio ben quindici deputati del Pd hanno presentato una proposta di legge che apre la strada al burqa in Italia. In pratica, questi deputati sostengono che indossare il burqa non deve essere considerato un affronto alla libertà della donna perché è parte integrante della tradizione islamica. Dunque, è sufficiente che la donna si faccia identificare (quando glielo chiedono) e poi può tranquillamente girare per le strade come un fantasma nero.
Siamo in Italia e sotto e sotto elezioni. E i deputati presentano le proprie idee in ordine sparso. Già, perché lo stesso Pd ha già depositato in commissione una seconda proposta, questa volta contraria al burqa e al niqab. Insomma, un misto fritto che confonderà non poco gli elettori di sinistra. Per il momento questa proposta ha mandato su tutte le furie la relatrice del provvedimento, Suad Sbai, ex presidente della comunità marocchina e deputata del Pdl. Lei, assieme al suo collega Manlio Contento, propone esplicitamente il divieto di indossare il burqa e il niqab (il velo che lascia scoperti solo gli occhi) e questa ultima trovata dei piddini non le va già. «Devono vergognarsi per quello che hanno fatto, se lo mettano loro il burqa, sono dei falsi, non hanno mai parlato con delle donne arabe e non sanno che inferno vivono quotidianamente. Questi signori non farebbero entrare in casa loro neppure una colf con il burqa».
Sbai è furibonda. Conosce la realtà delle donne arabe e considera questa proposta demagogica e pericolosa. «Spero che non ci sia malafede in questa convinzione. Dietro quel velo si potrebbe nascondere un terrorista, uno spacciatore, un delinquente ma i deputati del Pd non se ne preoccupano. Dicono che bisogna rispettare le tradizioni altrui».
In realtà il burqa non ha nulla a che fare né con le tradizione né con la religione. Persino l’imam dell'Università del Cairo è contro il niqab e ha dichiarato che questa usanza è estranea ai principi della religione islamica. «Il burqa è una barbarie, è solo una forma tribale - ribatte Sbai – se non fermiamo subito questo permissivismo ci ricadranno addosso le conseguenze, l’estremismo avanza».
Chi propone l’apertura al velo integrale si difende sostenendo di stare dalla parte delle arabe: senza burqa finirebbero relegate in casa a vita. Un grandissimo errore secondo Sbai. «Queste donne sono obbligate a infilarsi addosso quel velo e non lo fanno per libertà di scelta. Quindi vanno aiutate a uscire fuori dalla loro schiavitù non a sottomettersi ai loro mariti». E così Sbai lancia un appello. «Se il vostro uomo vi obbliga a indossare il burqa voi ribellatevi, chiamate i carabinieri. E potrete avere il permesso di soggiorno, non sarete rimandate nel vostro Paese d’origine».
La vita della donna imprigionata dentro il burqa è un inferno, garantisce Sbai. «Io l’ho indossato per un giorno ed è una cosa orribile, allucinante, annulla completamente la personalità di una donna». Ma per il Pd il burqa è sinonimo di tradizione. Che dilaga anziché indietreggiare.

«Noi vogliamo bene a queste donne, non meritano di stare in una prigione – dice Sbai -. Dobbiamo dire adesso e subito che il burqua è fuorilegge. Chi arriva in Italia deve rispettare le nostre leggi, non deve inquinare il nostro pensiero liberale, oppure torneremo al Medioevo».

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