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Legge Basaglia Il ministro: va rivista. Ok degli psichiatri

A 31 anni dal varo della legge Basaglia, il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna rilancia il dibattito proponendone la revisione. «Il disagio mentale colpisce troppe famiglie - ha dichiarato alla Stampa -, non posso non pensare alle tante donne che accudiscono persone che hanno un disagio mentale, pensiamo a quello che è accaduto a Berlusconi e al Papa». L’apertura del ministro ha raccolto il plauso delle associazioni ed è stata apprezzata anche dalla Società italiana di psichiatria (Sip), «purché non si stravolga lo spirito della norma». La legge 180 voleva porre fine ai manicomi, che negli anni Settanta finirono nella bufera per i frequenti episodi di violazione dei diritti umani. Oltre al divieto di eseguire nuovi ricoveri, la legge ha istituito i centri di salute mentale e ha indicato i servizi territoriali come le strutture preposte al trattamento e controllo dei malati.
Tra i più critici del provvedimento oggi ci sono però le associazioni dei familiari dei malati, che lamentano carenze assistenziali e l’inadeguatezza delle strutture. «Era ora - commenta il vicepresidente dell’Arap (Associazione per la riforma dell’assistenza psichiatrica) Emilio Covino - che la politica si accorgesse dell’esigenza di una revisione della legge sulla psichiatria in Italia.

Perciò appoggiamo un ddl promosso dal Pdl e che dovrebbe presto andare in commissione Sanità: prevede, tra l’altro, che il trattamento sanitario obbligatorio non sia limitato nel tempo ma abbia una durata congrua alle singole situazioni».

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