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Una legge per definire la responsabilità del medico e tutelare il paziente

A Palazzo Madama un convegno con il presidente della Commissione Sanità Antonio Tomassini per illustrare le nuove norme in materia di responsabilita` professionale del personale sanitario.

Roma. Responsabilità professionale del personale medico, contenzioso tra medico e paziente e consenso informato. Questi i temi più delicati al centro del convegno che si è svolto a Palazzo Madama sul disegno di legge in materia di responsabilità dei medici, organizzato dai senatori del Popolo delle Libertà Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità, Stefano De Lillo e Michele Saccomanno, membri della Commissione insieme con Domenico Di Virgilio, membro della commissione Affari Sociali di Montecitorio. Presenti all'incontro pure Luigi Frati, rettore dell'Università La Sapienza; Renato Lauro, rettore dell´Università di Tor Vergata; Renato Falconi, presidente dell´Ordine dei Medici di Roma. Obbiettivo comune l'approvazione in tempi brevi di una legge che sappia rispondere all'evoluzione del rapporto medico-paziente che ha aperto problemi nuovie più complessi. In molte realtà, spiegano i senatori De Lillo e Tomassini, va migliorata la qualità dell'informazione che il medico fornisce al paziente e, quindi, il valore del consenso informato. D'altra parte va pure garantita sia la tutela del paziente sia la possibilità per il medico di esercitare la sua professione in condizioni di tranquillità, spesso compromessa da un contesto ambientale sempre più orientato al contenzioso piuttosto che alla informazione ed alla condivisione della strategia terapeutica da parte del paziente. L´informazione ed il consenso informato, aggiunge il senatore De Lillo, «devono diventare sempre di più parte della terapia». Una nuova normativa è comunque fortemente attesa per definire ambiti e competenze delle responsabilità allo scopo di tutelare i pazienti e restituire alla professione medica le migliori condizioni ambientali di lavoro. Negli ultimi anni si sono fatti sempre più frequenti i contenziosi da parte dei pazienti per lesioni personali od omicidi colposi addebitati al personale sanitario e soprattutto a quello medico. Un incremento esponenziale che sta rischiano di compromettere l'indispensabile rapporto di fiducia tra il medico e il suo paziente. Rapporto che invece una volta incrinato comporta da un lato un maggior accanimento giudiziario da parte dei malati che si sentono danneggiati e dall'altro l'assunzione da parte dei sanitari di atteggiamenti «difensivi» inevitabili per tutelare la propria immagine professionale che in molti casi viene messa sotto accusa attraverso processi sommari condotti anche in sedi non istituzionali. Un circolo vizioso che rischia di indurre il medico a fare scelte terapeutiche più nell'interesse di salvaguardare la propria reputazione che invece quello di tutelare in ogni modo la salute del paziente. Scelte rischiose che possono arrivare a ledere un diritto come quello alla salute garantito dalla nostra Costituzione. Tra le soluzioni proposte nel ddl, attualmente all'esame della commissione presieduta da Tomassini, quella di far ricadere tutte le responsabilità, per eventuali danni alla persona occorsi nelle strutture sanitarie ospedaliere, sugli enti pubblici.

Anche in base al principio, già condiviso dalla più recente giurisprudenza che l'attività del singolo, sia esso medico, infermiere o ostetrica, è solo un momento, una parte di una prestazione che si realizza attraverso il concorso dell'azione di un insieme organizzato che ha come compito istituzionale l'erogazione di servizi sanitari in regime contrattuale. Si prevede inoltre che tutte le strutture sanitarie ospedaliere pubbliche e private non possano esercitare l'attività se non coperte dall'assicurazione per la responsabilità civile nei confronti degli assistiti.

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