Roma - Il decreto Gelmini è diventato legge, ma non si sono fermate le contestazioni. Tutt'altro. Il via libera del Senato alla riforma del sistema scolastico ha scatenato cortei e proteste in molte città del Paese. Manifestazioni che in alcuni casi sono sfociati in veri e propri scontri. Nell'occhio del ciclone la Capitale. In Piazza Navona si sono scontrati giovani di estrema destra e di sinistra, dieci dei quali sono stati fermati dalle forze dell'ordine. Nel corso della giornata sono arrivate anche le reazioni del mondo della politica. Il ministro Gemini ha preannunciato il "ritorno a una scuola della serietà" e il premier ha commentato soddisfatto i risultati dell'aula di palazzo Madama senza dimenticare le proteste di piazza: "Dispiace - ha detto Berlusconi -, che tutti questi ragazzi siano stati presi in giro". Il Pd, attraverso il suo leader - ha annunciato di voler organizzare un referendum abrogativo: "Iniziativa civile - ha spiegato Veltroni -, non un referendum di partito"
E oggi c'è sciopero Hanno già cominciato ad affluire verso piazza della Repubblica, in una giornata che si è aperta con un tempo piovoso, i manifestanti che sfileranno oggi per le vie di Roma per contestare le politiche del governo in materia di istruzione, in concomitanza con lo sciopero generale della scuola proclamato dai sindacati di categoria (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals). Centinaia di pullman e diversi treni speciali hanno portato a Roma, da tutta Italia, i lavoratori del settore. Ma in piazza ci saranno anche tante famiglie e studenti, compresi gli universitari che sin dall'inizio hanno solidarizzato con la protesta della scuola. Si contesta il decreto Gelmini, approvato ieri in via definitiva al Senato, che ripristina il maestro unico alle elementari, con il rischio di mettere in discussione la "tenuta" del tempo pieno, ma non solo. Nel mirino ci sono i tagli dei posti di lavoro e degli orari di lezione, il dimensionamento della rete scolastica (con l’accorpamento di istituti con pochi alunni), la mancanza di investimenti nel settore. Il corteo si snoderà per le vie del centro e arriverà a piazza del Popolo, dove sono previsti i comizi finali.
Piazza Navona, due arresti: uno di destra, uno di sinistra Due studenti finiti in maenette. Questo il risultato degli scontri di questa mattina in piazza Navona. Si tratta di G.Y., di 34 anni,
appartenente ad un movimento di sinistra e D.M, di 19 anni, che invece
milita in uno destra. Per i due l’accusa è di danneggiamento, resistenza e
lesioni a pubblico ufficiale. Sarebbero stati fermati anche 17 studenti, quattordici apparterrebbero al Blocco studentesco, l’organizzazione di
studenti delle scuole superiori dell'estrema destra.
Rissa fra estremisti di destra e sinistra Lanci di fumogeni e di bottiglie, colpi di caschi in testa. A piazza
Navona è scoppiata la guerriglia fra opposte fazioni che si sono affrontate in una maxi rissa,
scoppiata quando nella piazza sono arrivati alcuni giovani dei centri sociali.
La tensione era già nell’aria: studenti di sinistra raccontavano di violenze
subite dai colleghi di destra e questi a loro volta rispondevano di essere
stati aggrediti per primi. Poco dopo le 12, mentre i giovani di Blocco Studentesco (gruppo di estrema destra)
stavano lasciando la piazza, un centinaio in tutto, sono
comparsi degli esponenti dei centri sociali: diverse centinaia, con i caschi
in testa e il volto coperto. A
quel punto la situazione è degenerata e, dopo le minacce reciproche dei
due schieramenti, improvvisamente sono volate bottiglie e bastoni: a quel
punto i due gruppi sono venuti violentemente alle mani. Completamente
distrutto l’arredo esterno di un bar all’angolo tra piazza Navona e via
Agonale. Solo qualche minuto dopo è arrivata la polizia in assetto
antisommossa e ha iniziato a caricare i partecipanti alla rissa per cercare di
riportare la calma.
Milano: binari bloccati Le proteste sono spuntate in molte città. Circa 1.500 universitari hanno occupato la stazione di Milano Lambrate. Tutti i 12
binari sono bloccati e personale ferroviario stima che almeno 10-15 treni
siano rimasti fermi nel nodo ferroviario. La protesta ha impedito il regolare traffico
ferroviario in una tratta in cui normalmente transitano gli Eurostar che
partono e arrivano a Milano sia da Roma che da Venezia. Sul posto sono
sopraggiunte una decina di camionette di carabinieri e polizia, in tenuta
antisommossa.
La manifestazione, partita nel corso della mattinata da Largo Cairoli, ha mandato in tilt il traffico cittadino. All’altezza di piazza Meda la
polizia ha caricato gli studenti e uno di questi è rimasto ferito in
maniera lieve al gomito ed è stato trasportato all’ospedale
Fatebenefratelli. Poi si sono aggiunti gli studenti dell’accademia
delle belle arti di Brera e gli studenti del liceo Manzoni.
Momenti di tensione anche a Napoli. Dove gli studenti della
facoltà di Lettere, dopo aver occupato l'ateneo, hanno bloccato i
binari della stazione
Centrale, blocco rimosso nel corso del pomeriggio.
Proteste fuori da Palazzo Madama, ferito agente Fuori da Palazzo Madama, durante la votazione del decreto legge, sono continuate le proteste degli studenti anti-Gelmini.
Alcuni, nonostante il diluvio che martedì notte si è abbattuto sulla Capitale, hanno presidiato piazza Navona e la zona del Senato. "Non
sarà certo la pioggia a frenarci - ha assicurato Simona studentessa in un liceo
classico romano - oggi saremo qui tantissimi per fare sentire la nostra
voce contro questa riforma sbagliata".
Luigi Mone, dirigente generale dell’Ispettorato della polizia di
Stato presso palazzo Madama, è rimasto ferito negli incidenti di questa
mattina davanti alla camera alta, dopo il via libera alla riforma della scuola. Mone
era intervenuto alla testa delle forze di polizia per dirimere gli scontri tra gli
studenti. Con Mone è rimasto ferito anche l’ispettore Luigi Langella, che ha
riportato contusioni in diverse parti del corpo. Entrambi i dirigenti della
polizia di palazzo Madama sono stati trasferiti all’infermeria del Senato,
dove sono state riscontrate a Mone contusioni ed escoriazioni in diverse
parti del corpo, con una abbondante emorragia dal naso.
Mentre sono state escluse fratture.
Sì del Senato al Dl Gelmini Il decreto Gelmini sulla riforma
della scuola è stato convertito in legge dal Senato, con 162 voti
favorevoli, 134 contrari e tre astenuti al termine di un acceso
dibattito. Il
provvedimento, approvato il 9 ottobre dalla Camera, non è stato
modificato
dai senatori. "La scuola cambia. Si torna alla scuola della serietà,
del
merito e dell’educazione" è stato il primo commento del ministro
Gelmini dopo l’approvazione del decreto che non si fa spaventare dalla
piazza,
tira dritto per la sua strada e rilancia annunciando, entro una
settimana, il
piano per l’Università.
Berlusconi: "La sinistra truffa gli studenti" Il
presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, considera "un gran risultato" il
via libera definitivo del Senato al decreto Gelmini. Rispondendo ai
giornalisti prima di partecipare ad un incontro a Confcommercio, il premier
ha infatti detto: "Spiace soltanto che siano stati presi in giro tutti questi
ragazzi che sono in giro per Roma, o anche nelle altre città, perchè
evidentemente è una truffa che si è combinata alle loro spalle".
Berlusconi ha poi osservato: "Sull’università ancora nulla è stato deciso". Il premier ha dunque insistito: "Mi dispiace davvero che ci sia
questa capacità della sinistra di truffare ancora i propri stessi sostenitori.
Non c’è nulla di ciò che ho letto nei volantini che corrisponda alla realtà.
Nulla di nulla".
Veltroni: referendum Walter
Veltroni ha rivolto un appello "a tutte le forze del mondo della scuola e a tutte
le forze politiche di opposizione" per il referendum abrogativo del decreto
Gelmini. Durante la conferenza stampa per annunciare la volontà di
promuovere il referendum abrogativo, il segretario del Pd ha precisato
infatti che questo deve essere "un referendum della società civile non di
un partito, non del Pd che vuole solo promuoverlo", quindi chiede di
costituire comitati per raccogliere le firme in ogni città.
Idv: già pronti per il referendum Anche Italia dei Valori sostiene il referendum sulla legge Gelmini sulla
scuola approvata oggi dal Parlamento e Antonio Di Pietro ha annunciato che i
banchetti per la raccolta di firme del suo partito sono già in strada e
saranno attivi sulla scuola all’indomani della entrata in vigore della nuova
legge. "I militanti dell’Italia dei Valori - ha dichiarato Antonio Di Pietro- sono già per
strada con i banchetti per raccogliere le firme per il referendum contro
l’ignobile Lodo Alfano".
Cossiga "Sono per il Dl contro i baroni" Anche l'ex presidente
della Repubblica ha preso la parola in aula per spiegare
le ragioni del suo voto a favore del Dl Gelmini. "Ho letto solo
fuggevolmente - ha detto Cossiga parlando dopo le
dichiarazioni di voto dei partiti - il testo del decreto e solo per
accertarmi, di
fronte alla vasta protesta degli studenti universitari, dei ricercatori
di quelli
contro i quali un tempo gli studenti manifestavano: e cioè i "baroni"
universitari, che il decreto legge non contenga nessuna disposizione in
materia di università e quindi costoro protestano contro il nulla".
"Anzitutto - ha proseguito Cossiga - voglio ringraziare da questi
banchi gli
organizzatori e i partecipanti delle oceaniche manifestazioni di questi
giorni: dai "baroni universitari" alle irresponsabili mamme di bambini
innocenti portati in piazza a urlare slogan di cui essi non
comprendevano
certo il contenuto".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.