da Roma
Rischia di decadere il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, e il governo potrebbe essere costretto a ricorrere al voto di fiducia per farlo passare entro il 2 aprile, data della scadenza. Il provvedimento contiene, fra laltro, il taglio dei costi fissi di ricarica dei cellulari, vieta la distribuzione in esclusiva delle polizze assicurative, riapre le gare per lAlta velocità.
La maggioranza accusa il centrodestra di fare ostruzionismo alla Camera. Il ministro delle Sviluppo si appella a Silvio Berlusconi: «Non vorrei che davanti a norme su telefonia, banche e assicurazioni il cavaliere comandasse la ricarica». Ma contro i contenuti del decreto Bersani non si schiera soltanto il centrodestra. Il presidente della Confindustria Luca di Montezemolo parla apertamente di «interventi retroattivi disinvolti, che tolgono ogni certezza alle regole», riferendosi alla concessioni autostradali, ai costi di ricarica dei cellulari, alla Tav. «Tutti temi - attacca Montezemolo - che non hanno a che fare con le vere liberalizzazioni. Parte del governo è anti-impresa».
Critico anche il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Daniele Capezzone, che accusa il governo di non voler calendarizzare la sua proposta, approvata allunanimità in commissione, sulla sburocratizzazione a favore delle imprese. «Le liberalizzazioni di Bersani - afferma infine la Cgia di Mestre - non hanno finora aiutato i consumatori».
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