La legge Quando anche un piccolo ritocco può costare fino a 4 anni di carcere

«Modificare la targa non conviene, perché prima o poi li becchiamo e da una semplice contravvenzione si passa alla contestazione di un reato». La polizia locale mette in guardia i «furbetti delle targhe». Oltre alla violazione del codice della strada, infatti, viene contestata la manomissione della targa (articolo 100 del Codice), che comporta il sequestro della targa e la denuncia all’autorità giudiziaria per i reati di falsità materiale ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative (articolo 482 del codice penale, punito con la reclusione da due mesi a quattro anni).
Fare i furbi non conviene. Lo sa bene l’automobilista che ha accumulato 12 verbali per eccesso di velocità in una sola giornata sull’autostrada. Sperando di aggirare il sistema «Tutor». Sfatando una leggenda metropolitana: siccome il «Tutor» aggancia all’ingresso e all’uscita dell’autostrada, si può correre senza limiti ma se si fa una pausa all’Autogrill alla fine la media di velocità scende sotto i 130 chilometri l’ora, limite imposto dalla legge. Sbagliato. I Tutor, infatti, sono collocati sulle autostrade ogni venti chilometri e sono accesi secondo schemi variabili.

Per cui la media viene effettuata su un singolo segmento di strada, e non sull’intero percorso. Impossibile, quindi, aggirare il sistema di rilevamento. Meglio, dunque, mettersi l’animo in pace e staccare il piede dall’acceleratore.

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