Un leghista snob a Palazzo Chigi

Monti auspi­cò sul Corsera una "guerra di libera­zione dalla parte peggiore di noi stessi" per importare "la cultura della stabilità". Facciamo un bilancio di quella proposta

Un leghista snob a Palazzo Chigi

Monti auspi­cò sul Corsera una «guerra di libera­zione non dallo straniero ma dalla parte peggiore di noi stessi» per importare «la cultura estranea se non straniera della stabilità».

Dopo dodici anni di euro e di Unione europea, facciamo un bilancio di quella proposta.

L’Italia sposò l’euro ciecamente e fu convinta europeista, come era stata in passato sdraiata a tappetino verso l’Ame­rica, o l’Unione Sovietica per la corposa minoranza comunista. Oggi siamo al col­­lasso, la stabilità è ancora un sogno e dal mondo ci giungono mazzate e non sal­vezza.

Allora chiedo al premier: ma è ancora del parere che fosse quella la ricetta vin­cente? Non è che abbiamo patito senza profitto questa lunga e deprimente guer­ra di liberazione dall’Italia, questa auto­denigrazione permanente, questo affan­noso e masochistico inseguire e adorare l’erba del vicino?E se il difetto maggiore, non l’unico per carità, del nostro Paese fosse proprio quello, l’importazione di culture estranee se non straniere e la con­tinua voglia di dimettersi da italiani?

E se avessero segato Berlusca proprio per­ché proiettava sul maxischermo interna­zionale l’italiano tipo e noi ci vergogna­vamo della nostra immagine nel mon­do? Infine:e se il peggior vizio dell’italia­no da cui dovrebbe liberarsi fosse pro­prio questo complesso coloniale, servile e mentale verso lo straniero e se la

frase di Monti nobilitasse uno dei luoghi co­muni più idioti dell’italiano che ripete quel paragone generico:«All’estero inve­ce... »? Temo che il suo sia leghismo in versione snob.

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