Rinvio o non rinvio? È questo il dilemma della Corte Costituzionale sulla causa più attesa dell’anno: quella sul «legittimo impedimento», la legge che sospende per 18 mesi (fino a ottobre 2011) i tre processi a carico del premier Berlusconi (Mills, Mediatrade e Mediaset). L’attuale presidente della Consulta, Francesco Amirante, ha fissato al 14 dicembre prossimo la data fatidica che rischia di segnare la ripresa del tormento giudiziario del premier, come fu nell’ottobre 2009 con la bocciatura del «lodo Alfano». A palazzo della Consulta rimbalzano le voci di una possibile intesa tra Pdl-finani-centristi per un’accelerazione sul «lodo Alfano bis» costituzionale con un via libera in due-tre mesi in prima lettura in uno o due rami del Parlamento così da poter chiedere alla Corte Costituzionale di rinviare l’udienza del 14 dicembre. Se così fosse - si ragiona in ambienti della Consulta - sarà il presidente della Corte a decidere, sentito il relatore della causa (in questo caso Sabino Cassese) e i giudici costituzionali più anziani. A sciogliere il dilemma del rinvio o non rinvio non sarà in ogni caso Amirante, il cui mandato scade novennale scade il prossimo 7 dicembre. Il compito spetterà al successore, quasi certamente l’attuale vicepresidente della Corte, Ugo De Siervo, che dovrebbe insediarsi tra il 9 e il 10 dicembre, in concomitanza con il giuramento del nuovo giudice costituzionale che verrà scelto dalla Cassazione al posto di Amirante.
Insomma, la sospensione della Corte sulla decisione, purché avvenga in tempi ragionevoli come successo nel passato (lodo Consolo, ddl Alfano sulle intercettazioni, caso Abu Omar) resta in piedi come ipotesi. Ma il «lodo Alfano bis» avrebbebisogno di quattro letture parlamentari. E tempi più lunghi.
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