Non era una questione da poco. È legittimo il terzo mandato di Roberto Formigoni al Pirellone? Ad occuparsene è stata la prima sezione del tribunale civile, dopo i due ricorsi presentati contro lattuale governatore e lUfficio centrale regionale della Lombardia da un elettore - lavvocato Maurizio Steccanella - e da Vito Crimi, il candidato presidente della lista «Movimento cinque stelle». Per intendersi, il partito di Beppe Grillo. Secondo i giudici, la presidenza di Formigoni è legittima. Ieri, dopo una breve camera di consiglio, i due ricorsi sono stati rigettati.
Crimi e Steccanella, in sostanza, lamentavano il fatto che Formigoni avesse ricoperto per tre volte consecutive il mandato (da pochi mesi è iniziato il quarto), nonostante nel 2004 una legge dello Stato abbia disposto il principio della non candidabilità dei presidenti regionali per oltre due mandati consecutivi. I legali del governatore, invece, hanno ribattuto che la legge in questione non è retroattiva e che per rispettare il principio introdotto bisogna contare i mandati di Formigoni a partire da quello del 2005-2010. Del resto, ha spiegato lavvocato Luca Giuliante anche «la legge 81 del 1993 sullelezione diretta del sindaco prevedeva lapplicazione del principio di non più di due mandati consecutivi dallelezione successiva alla sua entrata in vigore». E a Vito Crimi, che al termine della camera di consiglio ha parlato di «sconfitta della democrazia», ha risposto un altro dei legali di Formigoni, lavvocato Beniamino Caravita. «Il giudice ha semplicemente applicato la legge. Qui non ha né vinto né perso la democrazia, ma semplicemente il giudice ha riconosciuto che il presidente Formigoni si è candidato legittimamente e legittimamente ha vinto».
Sul governatore - e su tutta la giunta - pende infine un ultimo ricorso, ancora legato alle presunte irregolarità nella presentazione delle liste elettorali. Sarà il Tar, questa volta, ad occuparsene, nelludienza del prossimo 5 ottobre.