A Legnano torna la vecchia messa in latino

In una chiesa di Legnano verrà celebrata la messa in rito ambrosiano antico, ovvero in latino e seguendo la liturgia precedente al Concilio Vaticano II. È la prima volta che il cardinale Dionigi Tettamanzi concede la messa preconciliare, ottemperando al motu proprio di papa Benedetto XVI. È il secondo caso nella diocesi dopo la chiesa milanese del Gentilino, ma lì la decisione era stata presa già dal Cardinal Martini. Intanto è partito il conto alla rovescia per il via al «federalismo liturgico» della Curia. Il nuovo Lezionario ambrosiano, con le letture ancora più diverse da quelle del rito romano, il sabato forte, il Vangelo della Risurrezione, entrerà in vigore a novembre, dalla prima domenica di avvento. Il cardinale Tettamanzi invita i suoi sacerdoti all’«obbedienza» come ha fatto lui rispondendo a una decisione della Chiesa milanese. E rivendica la peculiarità ambrosiana, insieme al fatto che è lui a decidere: «Da Capo-Rito ho obbedito a quanto deliberato dal Sinodo diocesano del 1995». Spiega: «A Milano di domenica possiamo partecipare a tanti riti cattolici: l’ambrosiano, il romano, l’eritreo, il copto. Un sacerdote mi ha chiesto: “che bisogno c’è del rito ambrosiano se c’è il romano?” Ma la globalizzazione non è un simbolo di appiattimento». Le differenze non sono divisioni: «Siamo uniti nella varietà. L’intento non è unire nel senso di livellare, ma nel senso della varietà».

In questo spirito ha accolto la richiesta della chiesa di Legnano. Tettamanzi annuncia altre novità liturgiche: «Le nostre esequie funebri sono più belle delle romane. Potremo intervenire anche sulla Cresima e altri sacramenti». Ma esclude strappi dottrinari.

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